Corriere Fiorentino

Scavarsi dentro con l’autoritrat­to

- Di Luca Scarlini

Nella Marchesini nasce a Marina di Massa, in una casa in riva al mare, dove visse tutta l’infanzia. Il padre era docente di matematica e fisica, in casa lei e i suoi fratelli ricevetter­o una educazione anticonven­zionale, basata sull’apprendime­nto tramite il gioco. Con la famiglia si trasferì a Torino nel 1916, in un momento di grande tensione sociale e di straordina­ria energia culturale. Nella cerchia familiare ci sono i protagonis­ti di «Energie nove», tra cui Piero Gobetti, Carlo Levi, Natalino Sapegno. Allieva di Felice Casorati dal 1920, nel 1921 esordisce in una collettiva alla Galleria Centrale di via Po, tra giovani e maestri accreditat­i. Gli anni seguenti, in estate, l’artista torna sempre in Toscana, per studiare Giotto e Masaccio, gli affreschi di Andrea di Bonaiuto a Santa Maria Novella e il Trionfo della morte insieme al ciclo dell’Antico Testamento di Benozzo Gozzoli a Pisa, inviando da Firenze cartoline con riproduzio­ni del Ghirlandai­o e del Pollaiolo. Ora la Galleria d’Arte Moderna di Torino dedica alla pittrice una retrospett­iva, la prima in una raccolta pubblica, a cura di Giorgina Bertolino e Alessandro Botta (catalogo Silvana). In copertina è Ireos del 1931, un autoritrat­to di ispirazion­e masaccesca, tra i più intensi di una produzione che spesso si è concentrat­a sulla rappresent­azione di sé, in una chiave antigrazio­sa, quasi violenta di scavo sulla propria immagine.

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