«No al Pd»
M5S dopo l’Umbria «Niente alleanze, solo liste civiche»
Nessun accordo elettorale in Toscana tra Pd e M5S. Se ormai dopo la debacle umbra pareva chiaro, ora c’è l’ufficialità. Lo stop ad alleanze tra i democratici e i grillini è stato confermato in una riunione nazionale ieri dal leader politico Luigi Di Maio a Giacomo Giannarelli, consigliere regionale toscano.
«Di Maio — spiega Giannarelli — ha incontrato noi e i colleghi di altre regioni. Abbiamo fatto il punto sulle prossime elezioni regionali: Di Maio autorizzerà alleanze civiche con realtà di comitati, associazioni, mondo dell’università che vogliono con noi creare un’alternativa al polo di centrodestra e centrosinistra. Un terzo polo». Niente accordo col Pd quindi, «un esperimento che è stato un fallimento».
Via alla possibilità per il M5S di allearsi con liste civiche: «A breve partiremo con gli incontri», dice Giannarelli. Quindi, niente consultazioni col Pd? «Noi parliamo con tutti — ribatte Giannarelli — e la nostra legge elettorale prevede il secondo turno». Insomma, si vedrà.
Nel frattempo, il M5S prova ad organizzarsi sul territorio, anche grazie alla nuova versione della discussa piatttaforma Rousseau «che consente non solo e non più soltanto di scegliere i candidati ma anche di creare workshop, laboratori, incontri e progetti a livello locale con esperti, dall’ambiente alla sanità all’innovazione». E da questi incontri nasceranno le collaborazioni per le possibili liste civiche alleate.
Passerà dal voto nella piattaforma Rousseau anche la scelta dei cinque coordinatori regionali, che affiancheranno i dodici nazionali. Saranno obbligatoriamente presenti un parlamentare, un consigliere regionale ed un deputato.
Anche se il M5S ha tagliato i ponti, nel Pd c’è chi non si rassegna: «Il risultato delle elezioni in Umbria non ci soddisfa, anche se sostanzialmente il Pd ha ripreso gli stessi voti delle Europee. Ma il governo può (e deve) andare avanti — scrive la deputata Pd Rosa Maria Di Giorgi — Naturalmente si pone il tema delle prossime regionali e delle alleanze da costruire. Per Di Maio si tratta di una strada impraticabile dopo l’Umbria. Ma se stiamo bene insieme al governo sarebbe illogico presentarsi separati nelle regioni».