L’antico cammino dei pellegrini Con nove spedali
Via Romana, 615 metri in Oltrarno, da piazza San Felice a piazza della Calza, deve il suo nome alla porta trecentesca alla quale conduce. Visto che dal centro città via Romana portava verso la Capitale, un tempo era nota per i nove spedali che servivano da ricovero per i pellegrini. Tra le poche tracce rimaste di quegli antichi presidi, oggi c’è l’oratorio di San Sebastiano dei Bini ( foto), nato nel Quattrocento come parte integrante dello spedale fondato da Giovanni Amidei nel 1296. Di fronte si trova palazzo Torrigiani che nel 1771 fu acquistato dal granduca Pietro Leopoldo per fondarci un museo scientifico, l’attuale Specola. In via Romana c’è inoltre la chiesa un tempo intitolata a San Piero in Gattolino, di cui esistono testimonianze già dal 1050, fatta distruggere nel 1545 da Cosimo I per fortificare i bastioni interni delle mura cittadine (Firenze era memore dell’assedio di Carlo V di 15 anni prima e si preparava alla guerra con Siena), poi ricostruita nel Seicento e da allora nota come Serumido. E c’è, non distante dall’incrocio con via Santa Maria, un portale con gli stemmi della famiglia Ridolfi: il San Pietro raffigurato al centro ricorda l’antico spedale di San Pietro Novello. Tra gli ospiti illustri della strada, due targhe ricordano la garibaldina inglese Jessie White Mario e Giosuè Carducci, che abitò al civico 135 nel 1849, dove il poeta e primo premio Nobel italiano, allora quattordicenne, conobbe Elvira Menicucci, figlia di un sartino dell’Oltrarno e sua futura moglie.