Il circolo del tennis (vista colline) affogato tra erbacce e ruggine
Impruneta, da anni degrado e proteste dei residenti. Il sindaco fa appello ai privati
Sarebbe uno dei campi da tennis più belli della provincia di Firenze, è invece un monumento al degrado. Il circolo tennis Baruffi, sulle colline fiorentine nel Comune di Impruneta, versa in stato di abbandono ormai da molti anni. Sul campo di terra rossa cresce l’erba, altissima, sempre di più. Le righe che delimitavano il rettangolo di gioco si sono staccate, in mezzo al campo ci sono panchine e sedie di plastica. Le reti circostanti sono arrugginite, così come gli alti pali della luce. Era un posto bellissimo, dove si poteva giocare una partita di tennis con vista sulle colline, immersi tra cipressi e ulivi. Oggi, c’è soltanto il ricordo di tutto questo.
I residenti della frazione di Baruffi, a poco più di un chilometro dal casello dell’autostrada, lamentano da tempo lo stato di abbandono della struttura: «È un peccato veder marcire un luogo così idilliaco — racconta uno dei residenti il cui appartamento è proprio a ridosso del campo — Alcuni anni fa venivano a giocare famiglie e bambini, il luogo era animato, era un centro sportivo di aggregazione sociale». Non versa in migliori condizioni la Casa del Popolo di Baruffi, l’edificio poco sopra il campo da tennis. Una volta era di proprietà dell’Arci, poi è stata acquistata dalla Pubblica Assistenza di Tavarnuzze, che non riesce a trovare nessuna associazione che possa prendere in gestione la struttura. «Sono stati fatti diversi bandi — spiegano dalla Pubblica Assistenza — ma purtroppo senza risultati positivi». Amareggiato per lo stato delle cose anche il sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei: «Spero che la situazione si possa risolvere prima possibile, faccio appello ai privati affinché si facciano avanti». Una mezza trattativa è già in corso. «Abbiamo avuto un incontro venti giorni fa, speriamo possa andare in porto». Non solo tennis. Versa in stato di degrado anche la pista da pattinaggio. «È nostra intenzione — conclude Calamandrei — investire un piccolo stanziamento per recuperare quello spazio».