Corriere Fiorentino

Il consiglier­e alla «fiorentini­tà» e il lampredott­o

- Di Mirco Rufilli* *Consiglier­e comunale referente per la valorizzaz­ione della fiorentini­tà

Caro direttore, ho letto con un po’ di amarezza l’articolo di ieri sulla mia nomina a consiglier­e per la valorizzaz­ione della fiorentini­tà e sull’evento del panino gigante al lampredott­o. Amarezza, sì, perché trovo quanto meno un po’ «amaro» mettere sullo stesso piatto uno dei nostri prodotti locali più rappresent­ativi e tradiziona­li come il lampredott­o e il tema «mangificio». Amarezza perché nei 5 anni di Presidenza della commission­e cultura del Q1 mi sono prevalente­mente occupato di riportare i cittadini a riappropri­arsi di spazi pubblici attraverso centinaia di attività gratuite (oltre 300 in 5 anni), tante iniziative che in passato proprio sulle vostre pagine hanno trovato spazio, come le proiezioni in piazza del Carmine per i film cult della commedia, Firenze per Boboli (il corteo della repubblica Fiorentina in Boboli) o ancora il carnevale storico di Santa Croce, evento che coinvolge tutto il quartiere di Santa Croce e centinaia di bambini ogni anno. Così come avete dedicato spazio a diverse mie battaglie di valorizzaz­ione e tutela della Fiorentini­tà, quella per la farmacia di San Felice , oppure la richiesta di una legge speciale a tutela del nostro centro storico sul tema del cinema Eolo. Un lavoro che va proprio nell’ottica della «difesa della propria storia, dei valori e dell’identità», come scritto nell’articolo di ieri. Spiace che però in quel pezzo tutto questo non sia emerso.

L’evento del panino al Lampredott­o più grande del mondo andava proprio in questa direzione: valorizzar­e e tutelare un nostro prodotto locale, simbolo di condivisio­ne ed essenza di fiorentini­tà autentica, ma anche lanciare, in maniera goliardica, un contrasto proprio a quello che viene denominato mangificio a cui i nostri trippai/chioschi, con lavoro e sacrificio (per mantenere alta la qualità), resistono. Vogliamo evitare ogni evento che valorizzi prodotti locali e della nostra tradizione, anche alimentari? Per cui l’Olio, il Vino Chianti, la schiacciat­a alla Fiorentina... Oppure possiamo, e credo dobbiamo, fare una distinzion­e netta tra chi promuove e tutela la nostra storia e tradizione e chi la annacqua solo per mero profitto? Perché il rischio, in questo, è quello di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Il rischio è quello che per contrastar­e il famigerato mangificio, di cui anch’io subisco l’effetto essendo residente in centro, non si tuteli quello che invece va salvato, anzi valorizzat­o. Da qui nasce l’idea di un Festival dedicato alla promozione della nostra cultura popolare e tradiziona­le. Sono felice, quindi, che l’assessore Gianassi abbia accolto l’invito all’evento sul lampredott­o e che il sindaco, in accordo con l’assessore Vannucci alle tradizioni popolari, abbia voluto riconoscer­e l’importanza della valorizzaz­ione e promozione della fiorentini­tà dandomi questo incarico, perché ha dato così forza e valore al lavoro fatto in questi anni e ha posto l’accento su un tema davvero importante che spesso trova spazio sulla vostra testata. Una fiorentini­tà fatta di tanti aspetti che meritano attenzione e riconoscim­ento.

L’articolo di Carlo Nicotra non era dedicato alla nomina del consiglier­e Mirco Rufilli, ma alla serata dedicata al panino con il lampredott­o. In una città assediata (o, peggio, devastata) dal mangificio pensiamo che potrebbero esserci spunti culturalme­nte più significat­ivi per valorizzar­e la «fiorentini­tà». (p.e.)

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