«Io, a tutto gas da Montemurlo La prima moto? A cinque anni»
Lorenzo Dalla Porta, campione del mondo di Moto 3 «Sono arrivato fin qui grazie ai sacrifici di mio padre»
«Credere sempre in quello che si fa, guardare avanti e provare a migliorare ogni giorno». È la ricetta per il successo di Lorenzo Dalla Porta, il pilota di Montemurlo che domenica a Phillip Island ha vinto il mondiale della Moto 3 con due tappe d’anticipo. Nella vita ha l’energia e l’entusiasmo dei sui 22 anni, in pista la maturità freddezza di un veterano. Al suo secondo anno sulla Honda di Leopard Racing ha messo insieme dieci podi, ottenendo la vittoria in Germania, Giappone e Australia. Quest’ultime due, consecutive, si sono rivelate decisive per staccare il rivale spagnolo Aron Canet e consacrarsi a livello mondiale. Non è il suo primo campionato vinto: nel 2012 ha conquistato il titolo italiano velocità nella classe 125 e nel 2016 ha trionfato in Spagna. A Montemurlo, il paese di 19 mila abitanti dove ha mosso i primi passi e macinato i primi chilometri sulla pista del padre, si sono già mossi per festeggiarlo come si deve e stanno organizzando un grande evento per la fine di novembre.
Dalla Porta campione del mondo. Che effetto fa?
«Bellissimo. C’è tanta soddisfazione e tanta adrenalina, dopo il traguardo non smettevo più di gridare dalla gioia. Per realizzare ciò che ho fatto ci ho messo un po’: è il sogno di una vita, mi ripaga di tutti i sacrifici e i momenti difficili. Questo motomondiale lo volevo a tutti i costi».
«Abbiamo sempre fatto il massimo, correndo anche con dei pezzi di ferro al posto delle moto» ha raccontato suo padre Massimiliano, emozionatissimo, in Australia.
«Ha ragione, era quello che potevamo permetterci. È stato molto difficile, non avevamo molti soldi e ci sono stati momenti in cui abbiamo rischiato di crollare. Se sono qua è grazie a lui, che non ha mai mollato. La svolta decisiva c’è stata nel 2016 quando ho vinto il Mondiale Junior e i team hanno iniziato a conoscere me e le mie capacità». È stato lui a trasmetterle la passione per i motori?
«Mio padre è un grande appassionato delle due ruote e mi ha contagiato. Dico solo che a cinque anni mi ha regalato la mia prima minimoto. All’inizio mi sono messo a piangere, lui credeva di aver sbagliato regalo invece il giorno dopo ci sono montato e non sono più sceso». Poi, il Geko a Oste di Montemurlo.
«Lì la pista ha aperto nel 2008, io avevo iniziato nel 2005 con le minimoto: è stata importantissima per gli allenamenti e per crescere».
Il mondiale, però, lo ha dedicato a un’altra figura speciale… «A mia nonna Nicoletta, scomparsa da poco. M’ha voluto
un bene infinito, eravamo veramente legati e mi ha sempre appoggiato in questa avventura. Nel 2011 ho iniziato a correre con il 48, il suo anno di nascita».
La costanza di rendimento è stata la chiave del suo successo. In realtà, un importante momento di svolta c’è stato.
«Sicuramente a Silverstone, quando ho ricominciato a prendere vantaggio su Canet. Lì ho capito che potevo farcela. Le ultime tre gare, poi, sono state assolutamente decisive. L’idea in testa, comunque, ce l’ho sempre avuta. Ho fatto
dieci podi, a volte la vittoria è sfumata di un soffio, ma sapevamo di essere forti».
Si ispira a qualche pilota in particolare? Magari a Dovizioso, l’ultimo italiano a vincere, quindici anni fa, il motomondiale della 125...
«Nella vita e in pista sono molto riflessivo, studio molto e cerco di migliorarmi in continuazione. I grandi piloti li guardo tutti e cerco di capire i loro segreti. Marquez, Rossi, Dovizioso, ma ce ne sono tanti altri, cerco di prendere qualcosa da tutti».
Questa settimana la Malesia, poi Valencia e infine un meritato passaggio alla Moto 2...
«Italtrans Racing mi ha scelto prima che vincessi il mondiale e mi fa piacere, vuol dire che credono in me. Proveremo la moto a Jerez, dopo Valencia, sono molto emozionato e anche curioso: non ne ho mai guidata una così veloce. Per quanto riguarda le ultime due gare… beh non ho niente da perdere. Voglio solo divertirmi e andare forte».
Ho dedicato la vittoria a mia nonna Nicoletta, scomparsa da poco. M’ha voluto un bene infinito, eravamo veramente legati e mi ha sempre appoggiato in questa avventura. Nel 2011 ho iniziato a correre con il 48, il suo anno di nascita