Vada, la paura della spiaggia stretta
I lavori contro l’erosione non sono ancora partiti: l’acqua ha raggiunto il primo locale
Il nuovo volto di Vada sarebbe dovuto essere pronto per l’estate 2019. Ma i lavori previsti per l’autunno dello scorso anno, tranne un breve assaggio, di fatto non sono ancora partiti. Nel tratto di mare davanti al paese, tra la spiaggia libera della Bucaccia e lo stabilimento balneare della Barcaccina, è previsto un «ripascimento» da 17 mila metri cubi di sabbia per raddoppiare lo stretto arenile, ormai mangiato dall’erosione. Così, oltre un anno dopo, la promessa dell’apertura di un cantiere che avrebbe dovuto realizzare anche tre pennelli di scogli lunghi cento metri e due golfi al loro interno, e garantire un sistema per il ricambio delle correnti così che il mare diventi più pulito, non è stata mantenuta: con l’alta marea dell’inverno l’acqua salata del mare entra nella riserva naturale alle spalle della Bucaccia, bruciando le piante, e persino dentro il ristorante della Barcaccina, con le onde che arrivano tra i tavoli e distruggono la terrazza dello stabilimento. E ora a Vada la paura è che i lavori tardino ancora e che anche per l’estate 2020 la spiaggia dovrà restare quella stretta striscia di sabbia degli ultimi anni.
L’intervento, a carico della Regione, lo scorso anno partì soltanto a primavera inoltrata, con ben sei mesi di ritardo. Così, si limitò alla bonifica delle spiagge da eventuali ordigni bellici, per poi fermare tutto per l’inizio della stagione balneare. Le lungaggini burocratiche avrebbero dovuto essere risolte per questo autunno, ma per ora gli unici interventi sono stati quelli del Circolo Nautico che ha in concessione il porticciolo: a fine settembre ha fatto rimuovere le barche dalla parte del porto interessata dai lavori, entro il 20 novembre ha tolto dai fondali tutte le catene agganciate ai «corpi morti» (in linguaggio marinaresco le pietre cui sono ancorate le boe). Tutto, nell’attesa della bonifica da eventuali ordigni anche dello specchio d’acqua, un’operazione propedeutica ai veri lavori che però non è ancora partita.
Così, mentre alla Barcaccina devono far la conta dei danni provocati dall’acqua alta, e mentre via Lungomare si è riempita di montagne d’alghe, i vadesi protestano: «Se i lavori non partono subito, ci scordiamo la nuova spiaggia per un’altra estate ancora». E la vecchia spiaggia significherebbe rivedere di nuovo i bagnanti costretti a guadare il bagnasciuga per poter fare una passeggiata lungomare, perché l’acqua, anche con la bassa marea, arriva fino agli edifici degli stabilimenti, mentre le sdraio e gli ombrelloni sono stretti come sardine. Dalla Regione, filtra la notizia che finalmente i cantieri potrebbero partire martedì prossimo. A Vada ora sperano ma, visto che nelle scorse settimane erano state fatte più volte e invano promesse simili, incrociano le dita.