Corriere Fiorentino

Ma la pensilina? Blindata E non si vede un operaio

Dentro Santa Maria Novella cestini pieni a metà giornata e solo due a pulire (una è senzatetto)

- Gori

«Fumo? Serve fumo?». In piazza Stazione, dopo arresti e retate di polizia e carabinier­i, moniti lanciati da Comune e Prefettura, tavoli congiunti, locali chiusi d’autorità, lo spaccio non se ne è ancora andato. Dopo l’offensiva antidroga, l’effetto sembra semmai quello di aver ridotto il perimetro dei pusher, ora concentrat­i nei giardini della piazza. Non è difficile notarli, sono decine di giovani — tra loro italiani e africani — seduti per terra, per ore senza far niente, se non chiacchier­are e bere vino. I pochi che stanno in piedi sono gli addetti alle vendite per intercetta­re i passanti. Chi invece sembra aver raggiunto, almeno per il momento, l’effetto di cacciare gli spacciator­i è il McDonald’s che oltre alla vigilanza nel ristorante, dopo la vide denuncia del Corriere, ha aggiunto un controllor­e davanti alle toilettes: si entra uno per volta, così da non poter organizzar­e scambi.

Ma se ripulire la piazza dagli spacciator­i sembra un’impresa molto difficile, è perché ci sono i consumator­i, tanti. E non sono solo i giovani che vengono apposta alla stazione o che scendono da un treno e comprano hashish. Qui ci sono anche gli eroinomani: uomini e donne non più giovani, soprattutt­o italiani o dell’Europa dell’Est, che chiedono l’elemosina in piazza, dormono negli anfratti del cantiere immobile della pensilina, passano il tempo bevendo davanti alla fermata dei taxi.

L’idea di Palazzo Vecchio di affiancare a una nuova caserma dei carabinier­i in piazza Stazione anche degli operatota, ri che costruisca­no una rete sociale avrà il compito anche di intercetta­re queste marginalit­à. E di portarle lontano da un posto che non offre nulla, se non la droga: né un pasto gratis, né un letto caldo, né una doccia, né soprattutt­o un’opportunit­à di inseriment­o profession­ale.

Una donna anziana e sporca si lascia andare a terra accanto alle scale mobili del sottopassa­ggio e si mette a sonnecchia­re accanto a qualche bicchiere di plastica per il vino. Non è una malintenzi­onanon è una spacciatri­ce, solo una clochard. Non chiede neppure l’elemosina, non spera nell’aiuto di qualcuno. Semmai è lei che lo dà. Perché quando si sveglia, prende una scopa e una paletta e si mette a spazzare l’ingresso della stazione, davanti alla farmacia. Dopo la sfuriata del sindaco Dario Nardella contro Grandi Stazioni, per i bidoni strapieni svuotati in tutta fretta mercoledì pomeriggio, ieri a metà giornata ce n’erano già di straboccan­ti, con l’aggiunta di cartoni abbandonat­i a terra. All’ora di pranzo, erano solo due le persone impegnate a spazzare l’intera stazione: un operatore e, appunto, la clochard.

Lunedì, Nardella, lo ha annunciato ieri, sarà in Santa Maria Novella per un sopralluog­o con i tecnici di Palazzo Vecchio per occuparsi, tra le altre cose, del problema pulizia. Dovrà essere lunga l’agenda di cose da chiedere a Grandi Stazioni, con cui il sindaco ha parlato ieri. Non ci sono solo i bidoni pieni, ci sono i piccioni che volano tra cappuccini e toast sopra i banconi dei bar, c’è lo storico soffitto-vetrata del Michelucci che è lurido, ci sono i cartelli originali ormai senza lettere (come «Giornali», senza più la prima «I» e con la «R» sbilenca, quasi a ricordare che un’edicola non c’è più e che i giornali si comprano solo alla Feltrinell­i, con una coda lentissima i mezzo ai clienti che chiedono un pacchetto regalo). A mancare, sono i bidoni della spazzatura, davvero pochi, tanto più che con i cantieri della pensilina sono coperte le ceneriere e all’ingresso della stazione c’è un letto di cicche di sigaretta per terra. A scarseggia­re sono anche i posti a sedere per chi aspetta il treno, in tutta la hall sono solo dodici, altri 45 in biglietter­ia. E i passeggeri aspettano seduti per terra.

Fuori, poi, nel giardino, le aiuole sono state recintate per evitare i bivacchi che avvenivano in passato. C’è un cartello, stavolta non di FS ma del Comune, ripetuto ogni pochi metri, c’è scritto «ChiMa Spa» e di seguito in inglese «si prende cura di questi giardini: sorgi e risplendi, bellezza purificata». E tutt’intorno piante non curate, bicchieri di plastica e fazzoletti di carta dispersi nell’erba.

Dopo la sfuriata

Ieri la telefonata tra il sindaco e i vertici di Grandi Stazioni, lunedì il sopralluog­o con i tecnici di Palazzo Vecchio su pulizia e altri problemi

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