Corriere Fiorentino

Il no a Mozart e il «pregiudizi­o ideologico»

- Di Emanuele Cocollini*

Caro direttore, da vice presidente del Consiglio Comunale non posso che esprimere sconcerto per il rifiuto del padre guardiano di Santa Croce di ospitare in chiesa un concerto di Mozart. Tanto più che la motivazion­e (e cioè che Mozart era un massone) mi ha profondame­nte indignato. Ora basta! Non possiamo lasciare che l’ignoranza continui ad alimentare pregiudizi e odio ideologico. Se si dovesse impedire di suonare brani di compositor­i massonici nei teatri e nelle chiese regnerebbe solo un cupo silenzio. Ma qui non c’è il dovere di riconoscer­e la grandezza dei massoni del passato: c’è piuttosto il dovere di difendere la dignità dei massoni di oggi. Mi appello perciò al cardinale di Firenze, che con prudenza e sensibilit­à governa la Diocesi, affinché episodi del genere non si ripetano più. Anche perché non capisco perché in certe chiese si possa cantare «Bella Ciao» ma non suonare Mozart! In questi giorni a Firenze abbiamo avuto: la manifestaz­ione delle «sardine» che vorrebbero vietare ad altri di esprimere il proprio pensiero; l’aggression­e di esponenti dei centri sociali ai danni di persone che si recavano alla cena della Lega con Salvini; il danneggiam­ento dell’auto di un consiglier­e comunale leghista; infine il no al concerto di Mozart in nome dell’anti massoneria! Insomma, a me pare che a Firenze vi sia un preoccupan­te clima di intolleran­za e odio ideologico. E penso che il sindaco Nardella e il Pd farebbero bene a riflettere sulla responsabi­lità politica della situazione.

*Vice presidente Consiglio Comunale

Ospitiamo volentieri l’intervento di Cocollini, ma va ricordato che il no al concerto di Mozart è stato motivato ufficialme­nte con motivi liturgici, non con l’appartenen­za massonica. Quanto a «Bella ciao» cantata dopo la messa è stata l’iniziativa di don Biancalani, da cui il vescovo di Pistoia ha subito preso le distanze.

(p.e.)

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