COME IN UN VECCHIO E GLORIOSO TEATRO
CHIESA DI SAN MICHELE VISDOMINI Domenica 1 dicembre ore 11. 30 Celebrante: don Ernesto Lettieri
Durata della messa: 40 minuti
Durata della omelia: 11 minuti Presenti: 10
VANGELO:
da Matteo (Mt 24,37-44)
«Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Lo spopolamento del centro storico di Firenze lo si vede anche dalle messe. Quella a San Michele Visdomini, piccola chiesa ricca di storia e di arte, per 40 anni la parrocchia di don Raffaello Bensi, una delle figure di spicco del cattolicesimo fiorentino del dopoguerra, ne è l’amara riprova: solo dieci fedeli e qualche turista che entra, scruta, si fa il selfie e esce. Come in un vecchio glorioso teatro ormai spento alle scene che vive di ricordi e di foto in bianco e nero.
Il celebrante don Ernesto Lettieri si è nutrito alla scuola di un altro dei grandi della Chiesa fiorentina del Novecento, il mistico don Divo Barsotti, e lo si avverte dall’omelia non banale, colta, anche se senza azzardi. Due le parole chiave: avvento e culture. L’avvento, che dà nome al periodo liturgico, non è solo l’attesa della nascita di Gesù ma anche, alla fine dei tempi, della manifestazione di Dio nella sua gloria, spiega don Lettieri. Interessante anche la riflessione sulla pluralità delle culture umane: c’è la nostra europea, che «ha 2 mila anni alle spalle» e dalla nascita di Gesù prende avvio, ma ce ne sono anche altre. Don Lettieri non specifica quali, si mantiene a pelo d’acqua, ma il tema è quello molto attuale della multicultarità, cioè di una società, la nostra, in cui ormai convivono molteplici e diverse culture. E la nascita di Gesù, con i presepi che la ricordano e la mettono in scena da anni, è diventata motivo di scontro. Papa Francesco ha difeso nei giorni scorsi il presepe e la cultura cristiana. Che non è superiore alle altre, ricorda don Lettieri, ma neppure «inferiore, tutt’altro».
Unica pecca di una liturgia sobria e ordinata, ci sono parsi i ministranti, coloro cioè chiamati a servire il sacerdote durante la messa. A San Michele Visdomini, come in altre chiese, sono uomini adulti. In realtà la liturgia conciliare prevede che possano essere anche donne. In un tempo in cui nella Chiesa si discute animatamente di sacerdozio femminile, perché non cominciare ad ammettere anche le donne al ruolo liturgico di ministranti?