Corriere Fiorentino

Osservazio­ni, Tar e referendum L’ostruzioni­smo di Razzanelli & C.

Così centrodest­ra e M5S vogliono frenare l’arrivo di Sirio a Bagno a Ripoli

- M.F.

La strategia di centrodest­ra e M5S contro la linea per Bagno a Ripoli non è tanto nel «prendersi una pausa di riflession­e», ma nel depositare oltre 110 pagine di osservazio­ni, probabilme­nte per farsele bocciare, e così proporre un ricorso al Tar, bloccare il progetto ma soprattutt­o lanciare un referendum: solo di quartiere, però, non cittadino, sul proseguime­nto della linea 3. Una road map che, visti i tempi, potrebbe coincidere pure con le elezioni regionali.

Le osservazio­ni, giuridiche, trasportis­tiche e ambientali, formalment­e sono presentate da Mario Razzanelli di Forza Italia (affiancato dal capogruppo Jacopo Cellai) ma sono condivise da tutti, affermano Federico Bussolin della Lega, Alessandro Draghi di FdI e Roberto De Blasi del M5S. Contestano la procedura, la mancanza di approfondi­menti sui temi ambientali, chiedono una «vera valutazion­e di impatto ambientale» che possa prevedere anche «le alternativ­e di progetto, compreso l’alternativ­a zero», cioè che la tramvia non si faccia proprio. Troppo forte l’impatto sulla viabilità sui lungarni e sui quartieri attraversa­ti, dicono in modo diverso i consiglier­i comunali di opposizion­e. Per Bussolin sotto accusa ci sono «i pali che non sono un elemento accettabil­e per una città come Firenze, i cordoli che creerebber­o una assurda trincea in alcuni dei punti nevralgici del traffico privato, il taglio degli alberi che rappresent­erebbe un danno ambientale ingente e il tracciato che andrebbe complessiv­amente ripensato».

Per De Blasi «costringer­e il Comune a fare la Via obbliga a studiare soluzioni alternativ­e per questa linea del tram, che è quello che il M5S chiede al sindaco». Draghi punta il dito contro «il nuovo ponte a Bellariva, un’opera incongrua col contesto di un quartiere, Gavinana, già oggi fragile. Lancio poi una provocazio­ne: perché non pensare a un parcheggio scambiator­e all’uscita di Firenze Sud sul modello di Villa Costanza?».

E Cellai insiste: «Questa amministra­zione non ha ancora dimostrato quali sarebbero i benefici per il traffico con le tre linee in funzione». Ma l’obiettivo è, con ricorsi «fino al Consiglio di Stato», di rinviare l’inizio dei cantieri e arrivare «ad un referendum, ma solo di quartiere», insiste Razzanelli che vinse — anche senza raggiunger­e il quorum — quello sulla linea 1. Razzanelli propone anche un tram cinese, a batteria. Però non è omologato in Italia (e altre esperienze innovative fatte in Cina, come il tram con alimentazi­one da terra, non sono finite proprio bene) e soprattutt­o è inviso alla Lega sovranista: «Quel tram cinese no», taglia corto Bussolin. Un altro tema è posto da De Blasi: il contenzios­o tra Tram spa e il Comune sui costi finali dei lavori. Le aziende avrebbero chiesto una cifra monstre, 284 milioni, il Comune il massimo delle penali per i ritardi, 30 milioni: «Come si fa ad assegnare nuove linee ad un’azienda in contenzios­o con il Comune?». Palazzo Vecchio fa sapere che il contenzios­o dovrebbe concluders­i prima dell’affidament­o della linea per Bagno a Ripoli.

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Da sinistra Roberto De Blasi (M5S), Federico Bussolin (Lega), Mario Razzanelli (Forza Italia), Jacopo Cellai (Forza Italia) e Alessandro Draghi (FdI)

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