UN PUGNO ALLA STORIA
Lì, nella chiesa di San Marco, frate Girolamo Savonarola tuonò contro il degrado civile e religioso del suo tempo e finì impiccato e arso in piazza Signoria. Mezzo millennio dopo un altro «eretico», Giorgio La Pira, incendiò Firenze della sua visione utopica e insieme concreta: la pace nel mondo, la difesa della povera gente e un’idea della politica come prassi evangelica. Sempre lì, in San Marco, ebbe un forte seguito padre Gabriele Coiro («cupo e intenso come un Savonarola», lo definì Franco Zeffirelli) che con La Pira diede vita a Principi, nata nel 1939 per affermare i valori cristiani contro il fascismo, qualche mese dopo il gesto del cardinale Elia Dalla Costa che blindò la Curia e le chiese fiorentine al passaggio trionfante di Mussolini e Hitler.
Queste brevi pennellate danno il senso di cosa rappresenti la chiusura del convento di San Marco: una ferita alla spiritualità profonda di Firenze che papa Francesco volle riconoscere ed esaltare nella sua visita fiorentina di quattro anni fa. Una stagione straordinaria, quella dei «folli di Dio», come sono state ribattezzate le personalità più vive del cattolicesimo fiorentino del Novecento, di cui il convento di San Marco dei padri domenicani è stato il laboratorio di un nuovo umanesimo cristiano di impronta tomista, non scevro però di inquietudini sociali. Una luce per Firenze e per la Chiesa.
Questa luce si è spenta e la città è più povera e più sola. E colpisce che il sipario cali su San Marco proprio nei giorni in cui la fiction televisiva sui Medici esalta il ruolo del convento in una stagione cruciale per Firenze. Una fiction non è certo maestra di cultura, ma in questo caso ha fatto capire bene il contrasto tra la grandezza del passato e le rovine del tempo presente. San Marco era una sfida da vincere a ogni costo. Questo è stato lo spirito dei numerosi appelli che in questi anni sono stati rivolti all’ordine religioso dei domenicani. In ballo non c’era solo la vita di un convento religioso, ma il suo rapporto con la storia e il futuro della città. Occorreva coraggio, forse. Non se n’è vista traccia.