Lettera di minacce alla sindaca Pd, la terza in un mese
Accuse a Barnini per la cittadinanza a Segre e l’accoglienza migranti. «Inizio a non avere più parole»
La terza lettera di minacce in un mese per Brenda Barnini, sindaca di Empoli, è arrivata in Municipio venerdì mattina. E la preoccupazione è diventata allarme. «Inizio a non avere più parole per commentare le lettere anonime», dice la sindaca.
La terza minaccia di morte in un mese — la quarta da quando è in carica — per Brenda Barnini, sindaca di Empoli, è arrivata in Municipio dentro una busta chiusa venerdì mattina. E la preoccupazione è diventata allarme. «Non è piacevole e comincio a non avere più le parole per commentare e rispondere all’ennesima lettera anonima di minacce. Per fortuna ci avete pensato voi a trovarle con le centinaia di messaggi e dichiarazioni di sostegno — scrive a tarda sera su Facebook la sindaca, in attesa del secondo figlio, rivolgendosi a chi le ha espresso solidarietà — La democrazia è fatta di valori condivisi e opinioni diverse».
L’ultima lettera di minacce è scritta a penna su un foglio bianco: nel testo ci sono accuse sconclusionate al sindaco, che è in attesa del secondo figlio. Nel mirino la scelta dell’amministrazione comunale di voler assegnare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre e le politiche sociali a sostegno degli stranieri, come riportava l’edizione di ieri de La Nazione. La lettera non è firmata, ma compare la sigla «Empoli fascista non dimentica». «Un atto doppiamente grave: per le minacce rivolte a una sindaca e per l’odio razziale di cui sono intrise le parole che l’accompagnano», dicono in una nota il governatore della Toscana Enrico Rossi l’assessore Vittorio Bugli condannando l’episodio. La prima lettera minatoria contro Barnini risale all’anno scorso, poi l’escalation preoccupante: altre due minacce all’inizio di novembre. In quel caso Barnini aveva spiegato che i contenuti delle lettere erano istigati dall’odio razziale: «Se la prendono con me — commentava — come rappresentante di una parte politica che si oppone a quel pensiero. Chiunque sia stato però ha le idee chiare sul fatto che io sia una donna di sinistra e antifascista ed è questo il motivo per cui si sente in dovere di minacciare me e la mia giunta con parole violente e volgari che inneggiano all’avvento di un nuovo governo nazionale che finalmente farà pulizia etnica e politica».
La polizia sta indagando sul caso e l’ufficio del sindaco — nonostante non abbia presentato alcuna richiesta ufficiale — rimette alla valutazione della Prefettura eventuali iniziative a tutela del sindaco. Simona Bonafè, segretaria del Pd toscano, è stata tra i primi ieri a esprimere vicinanza alla sindaca empolese: «Vogliamo innanzitutto dire a Brenda che ha la solidarietà di tutto il Partito Democratico della Toscana per questo nuovo episodio di gravissime minacce. Auspichiamo che le autorità al più presto individuino e fermino chi ha commesso queste azioni. Così come — ha detto Bonafè — non vanno sottovalutati rigurgiti fascisti preoccupanti che anche in questa occasione sono emersi. Brenda, che conosciamo per la sua determinazione, siamo certi proseguirà la sua azione nell’interesse della comunità che guida». Aggiunge Jacopo Mazzantini, segretario Pd Empolese Valdelsa: «Grave atto intimidatorio consumato ai danni di un alto rappresentante istituzionale che, ne sono convinto, non si lascerà condizionare nello svolgimento delle proprie funzioni».
❞ Rossi
Atto doppiamente grave: per le minacce e per l’odio razziale di cui sono intrise le parole che l’accompagnano