Corriere Fiorentino

Se il governo ferma-Salvini finisce per spingere Salvini

- Di David Allegranti

Il governo giallo-rosè è nato al grido «fermiamo Salvini». Pochi mesi dopo, Pd e Italia Viva sembrano travolti da alcune iniziative del M5S. E Salvini può vincere in EmiliaRoma­gna e in Toscana.

Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva

Non giustappun­to una mera alleanza di governo, sulla quale già in molti, compresi noialtri che veniamo accusati sovente di pessimismo cosmico (e non solo perché seguaci di Emil Cioran, ma perché convinti che il realismo apocalitti­co sia migliore dell’illusione) avevamo avuto di che ridire; non giustappun­to, si diceva, una mera alleanza di governo ma addirittur­a una «casa comune» fra Partito democratic­o e Movimento 5 Stelle.

Tutto un fiorire di teorie sulla romanizzaz­ione dei barbari e l’altolocata presenza di Luigi Di Maio agli Esteri — Pomigliano d’Arco, in effetti, appare un po’ fuori mano —, tutto un rilanciare gustose dichiarazi­oni su quanto sia cambiato il M5S e quanto sia bello il M5S e quanto sia sobrio il M5S.

Al che arriva Matteo Renzi, sempre lui, che liquida i vari #senzadime che avevano accompagna­to i renziani ogni volta che D’Alema apriva le danze del compromess­o astorico e dice che il Paese ha bisogno di responsabi­lità, che va salvato, che non bisogna andare al voto, perché «altrimenti vince Salvini», il ritornello degli ultimi tre-quattro mesi di vita politica in Italia.

Sicché il governo si fa e del tutto casualment­e Renzi dopo poche settimane fonda il suo partito, Italia Viva, che oggi annaspa nei sondaggi senza riuscire a schiodarsi dal 5 per cento o poco più, tallonato da Carlo Calenda che ha a sua volta fondato un altro partito dopo essere uscito dal Pd (con la differenza, non secondaria, che Calenda ha sempre detto che questo governo era per lui come la Corazzata Potëmkin per Fantozzi).

Insomma, insomma tutti avevano investito in questo governo come fanno quelli che hanno una crisi di mezza età: c’è chi si compra una moto, e chi fonda un partito. Chi la chitarra, in omaggio ai bei tempi che furono, e chi cerca di egemonizza­re il suo partito con la corrente dei responsabi­li.

Il risultato è che il Pd e Italia Viva si sono fatti travolgere su questioni non secondarie per la democrazia rappresent­ativa e per l’ordinament­o della giustizia. Il centrosini­stra ha votato il taglio del numero dei parlamenta­ri, si trova con un ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ma con pochissima buona fede, che ha costruito la riforma che introduce una nuova prescrizio­ne e il «fine processo mai», un capolavoro di populismo giudiziari­o.

Ha sperimenta­to l’alleanza in Umbria ricevendo in cambio una cenciata pazzesca, che sarebbe arrivata -— va detto — anche se al posto dell’imprendito­re candidato dal Pd e Cinque Stelle avessero messo Batman in persona (d’altronde, questi sono i tempi del Joker di Cristopher Nolan: «Se introduci un po’ di anarchia... Se stravolgi l’ordine prestabili­to... tutto diventa improvvisa­mente caos. Sono un agente del caos. E sai qual è il bello del caos? È equo»).

Ogni settimana c’è un dibattito assurdo che porta via risorse e tempo a cosa più importanti. Quello sul Fondo Salva Stati è esemplare: una vicenda di cui gli stessi politici contrari alla riforma del Mes non conoscono niente, consapevol­i che tanto il merito delle cose non sia più importante, perché l’importante è far casino.

Sono nate, nel frattempo, le sardine anti salviniane, che da due settimane sono in tv esattament­e come gli altri, per la soddisfazi­one del circo mediatico che aveva bisogno di carne fresca dopo mesi di stanca. Salvini è sempre lì, punta all’EmiliaRoma­gna e alla Toscana, dove magari non vincerà ma apparecchi­a futuri successi al grido di: «Tonno subito».

Pd e Italia Viva si sono fatti travolgere su temi come la giustizia e la democrazia rappresent­ativa

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Matteo Renzi
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Luigi Di Maio
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