Corriere Fiorentino

Il fiocco sulla testa e la promessa del ponte

- Di Enzo Fileno Carabba

Dintorni di Bergamo. John era in macchina con un’amica che gli disse: «Stasera c’è un aperitivo a bordo piscina da certi miei amici, vieni?». Lui andò. Bordo piscina... Le aspettativ­e erano alte. Ma quando arrivò qualcosa non gli tornava. Dov’era il vasto prato perfettame­nte rasato con la piscina? Dove i calici tintinnant­i? Quello era un comune cortile! Infine la vide, laggiù: una piscina gonfiabile per bambini. Il bordo l’aveva, ma era gonfio e di plastica. Scoppiò a ridere, spiegò perché e il ghiaccio si ruppe. La proprietar­ia della piscina era Maddalena. Parlarono per tutta la sera con una naturalezz­a che sembrava venire dal futuro. Lui fece un viaggio in Namibia. Al suo ritorno partecipar­ono a una serata di karaoke. Erano gli unici della comitiva a odiare il karaoke, nel parcheggio si abbracciar­ono. Lui era un manager di Unieuro. Lei lavorava a Decathlon e dipingeva, aveva in programma una mostra a Barletta. John propose: «Ti accompagno». L’amica che li aveva fatti conoscere chiese: «Maddi, vuoi che venga anche io?». Maddi scelse: andò sola. Arrivarono alle undici di sera, era novembre, albergo sul mare. Sulla scalinata c’era un uomo alto, lugubre. Era Lerch, della Famiglia Addams. «Vi aspettavo, seguitemi». L’albergo era semichiuso, i tavoli coperti dai lenzuoli, il trolley rimbombava mentre percorreva­no i corridoi lunghi che sembravano quelli di Shining. Il bambino col triciclo e le gemelline non si fecero vedere, giocavano alle premonizio­ni, al piano di sopra. Le camere non erano comunicant­i ma davano sullo stesso enorme terrazzo sul mare, dove parlarono fino a tardi. La mattina a colazione a parte loro c’era un coppia. Maddalena chiese una cioccolata calda che non arrivava mai. Udirono strani rumori. Era Lerch che cercava disperatam­ente di sgretolare e versare nel latte il cacao che si spruzza sul cappuccino, ormai fossile. La sera, dopo l’inaugurazi­one, Matilde e John andarono sul terrazzo e si tennero per mano. Era freddo. Si alzarono. Lui fece l’ottanta per cento del movimento, lei il venti: si baciarono. Poi andarono a dormire ognuno nella propria stanza, o forse no. La mattina, la coppia del giorno prima non c’era, un vecchio dallo sguardo vuoto scavava una fossa in giardino. Per i corpi, chiaro. Partirono subito. A marzo, nel giorno del compleanno di John, lei si presentò a casa sua con un fiocco in testa, una valigia e disse: «Il regalo sono io». Lui, scosso e felice, la fece entrare ed ebbero due figli. Un giorno erano in gita a Firenze e su ponte lui disse: «E se venissimo a vivere qui?». «Certamente» disse lei. Nulla lasciava pensare che fosse un progetto realistico. Era una premozione. Un brand del lusso si materializ­zò nell’ orizzonte lavorativo di John e ora vivono qui.

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Maddalena e John

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