Corriere Fiorentino

Spezia-Livorno 2-0

Un altro tonfo in trasferta: gli amaranto ultimi da soli

- Gabriele Noli

Il copione si ripete: il Livorno cade a La Spezia, si ritrova ultimo (da solo) in classifica e su Roberto Breda aleggia lo spettro di un esonero evitato diverse volte in stagione ma che ormai pare non più rimandabil­e. Ed in tal caso la soluzione interna sarebbe l’opzione principale, con la panchina da affidare a Antonio Filippini, ingaggiato due settimane fa dal presidente Aldo Spinelli come extrema ratio per non separarsi da Breda, concedendo­gli (ancora) una fiducia a tempo da rafforzare coi risultati. Il pari di Cremona sembrava la premessa incoraggia­nte di una proficua convivenza della «strana coppia», disillusa però dalla sconfitta di ieri (20) a La Spezia, dove il Livorno si presenta senza Mazzeo, neppure convocato da Breda per scelta tecnica in una vigilia priva della consueta conferenza stampa di presentazi­one. Il vero problema è che pure la squadra fa scena muta nella parte iniziale di gara, in continua sofferenza ogni volta che i liguri attaccano: i difetti di precisione di Maggiore e Ragusa e gli interventi di Plizzari (decisivo su Marchizza al 17’) fanno sì che l’equilibrio perduri, sino a quando a romperlo, al 33’, è proprio Ragusa, sfruttando appieno l’invito da sinistra di Mastinu. Che al 74’ sigla il raddoppio, merito di un diagonale dalla distanza: colpo ferale per il Livorno, la cui reazione è generosa ma confusa e tardiva. La terza sconfitte in quattro turni (la sesta su otto trasferte stagionali) pone una pietra tombale sulla gestione Breda, passato da essere l’eroe per la salvezza al capro espiatorio per l’ultimo posto.

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Il primo gol dello Spezia contro il Livorno

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