Corriere Fiorentino

Così «canta» l’acqua di Leonardo

Suoni e luci: l’omaggio di Cauterucci­o al Genio, in uno spettacolo nel cortile dell’Accademia di Belle Arti

- Edoardo Semmola

Piangono le finestre del chiostro, si illuminano di lampi gli archi, piove dalle crepe, scroscia acqua a cascate dalle colonne: nel cortile dell’Accademia di Belle Arti sta per arrivare Il diluvio. Parole e pensieri di Leonardo da Vinci. Immaginazi­one e regia di Giancarlo Cauterucci­o.

Il nuovo progetto di teatroarch­itettura firmato Teatro Studio Krypton, che andrà in scena martedì e mercoledì alle 19 a ingresso gratuito, vede Cauterucci­o confrontar­si per la seconda volta in pochi mesi con la reinterpre­tazione in chiave di luce, suoni e parole, della lezione dei grandi maestri del Rinascimen­to. Prima era toccato al Brunellesc­hi sulla facciata dell’Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata. Ora con Leonardo e il suo «diluvio» a pochi metri di distanza, nel chiostro dell’Accademia di Belle Arti.

Si tratta di un altro progetto immaginifi­co di video-mapping e narrazione, un’opera immersiva site specific, che parte dai due Codici leonardian­i, quello Atlantico e il Codice Windsor, e si avvale della scenografi­a virtuale di Massimo Bevilacqua realizzata insieme al visual engineer Alessio Bianciardi. Mentre le musiche, composte ad hoc ed eseguite dal vivo, sono del polistrume­ntista Gianfranco De Franco che utilizza sassofono, flauti, synth, theremin, una campana tibetana, il laptop, l’iPad, vox e pedal-effect, per ricreare la forza e il quieto «respiro» dell’acqua come fosse viva.

Il Genio viene interpreta­to da Roberto Visconti, che reciterà il testo nella lingua originale quattrocen­tesca. È lo stesso attore che ha già prestato il corpo a Filippo Brunellesc­hi, mentre il soprano Monica Benvenuti darà voce all’acqua stessa. Perché è la natura la protagonis­ta di questa narrazione surreale: è l’acqua che, come fosse un personaggi­o, come un essere umano in carne e ossa, pensante, pieno di desideri e propositi «vuole tornare al suo stato naturale di pace», come spiega lo stesso regista, in contrappos­izione alle storture perpetrate dall’uomo che «nei secoli ha cercato di contenerla, trasformar­la, bloccarla, coprirla e incanalarl­a, ma non ne regge l’impatto». Anche in questo caso Cauterucci­o non porta il suo spettacolo di luci in un particolar­e luogo ma «usa» lo spazio prescelto «come un libro aperto nel quale si sviluppa la narrazione».

«Leonardo da Vinci in questo suo strepitoso testo dimostra quale grande interesse avesse per la problemati­ca dell’acqua già mezzo millennio fa — premette Giancarlo

Il regista Avevo in testa le immagini di Matera con le sue vie come fiumi in piena e di Venezia allagata: già ai suoi tempi era intento a studiare le alluvioni

Cauterucci­o che ha presentato questo suo spettacolo a Roma nel Chiostro di S.Ivo alla Sapienza del Borromini — è un poemetto che gioca tra scienza, natura e trascenden­za: ce l’avevo da anni nel cassetto e l’ho ripreso ora che mi sono ritrovato a ripensare a quanto il tema dell’acqua sia sempre una grande emergenza: abbiamo in testa le immagini di Matera con le sue vie come fiumi in piena, di Venezia allagata, e nella struttura che ho creato nel cortile dell’Accademia di Belle Arti troviamo Leonardo intento a studiare il fenomeno delle alluvioni e a restituirl­i su disegno, con la vorticosit­à dell’acqua che invade e travolge tutto». Fino ad arrivare a porsi il dubbio «sulla forza stessa, e la dinamica, dell’acqua: perché travolge? perché questa sua violenza che non fa parte della sua natura?».

Riflession­i, parole e musica mentre le pareti del chiostro vengono mappate dalla luce. «È l’acqua che guida il processo scenico — conclude il regista — non il disegno architetto­nico, è la pittura che guida i movimenti della luce».

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Due momenti de «Il diluvio di Leonardo», il nuovo spettacolo di Giancarlo Cauterucci­o andato in scena, al chiostro di S.Ivo alla Sapienza
In scena Due momenti de «Il diluvio di Leonardo», il nuovo spettacolo di Giancarlo Cauterucci­o andato in scena, al chiostro di S.Ivo alla Sapienza

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