A Bologna spese divise tra Comune e società
L’iter per la ristrutturazione del Dall’Ara cominciato tre anni fa: si aspetta l’ok della soprintendenza
Come a Firenze, anche a Bologna si parla di uno stadio nuovo da almeno venti anni. E come nella città del Giglio, anche in quella dei porticati con il cambio di proprietà sono cambiate le cose e si è deciso di puntare sulla ristrutturazione del Dall’Ara, vecchio ma amato dai bolognesi. Il percorso della società di Joey Saputo però non è stato né facile, né lineare ed è ancora in corso nonostante sia iniziato più di tre anni fa, nel 2016.
Scartata infatti l’idea di comprare terreni fuori dal territorio comunale, il primo progetto preliminare presentato alla soprintendenza ottenne il no alla copertura dello stadio in corrispondenza della Torre di Maratona, tutelata in quanto monumento storico. «Si deve vedere sia dal campo che dall’esterno», fu l’obiezione mentre all’avvicinamento delle curve al campo non furono sollevati problemi. Altro ostacolo, la decisione del Bologna di fare una società ad hoc per lo stadio, assieme al costruttore Maccaferri e la richiesta di realizzare un centro commerciale, per «bilanciare» la spesa per l’impianto sportivo.
Il gruppo Maccaferri poi ha avuto grossi problemi ed ha chiesto il concordato preventivo, mentre nel quartiere è scoppiata la rivolta contro la cementificazione delle aree attorno al Dall’Ara. La svolta è arrivata nel settembre del 2018 quando il sindaco Virgino Merola ha annunciato il no al outlet ed il partenariato pubblico-privato per ammodernare lo stadio, di proprietà pubblica: «Quaranta milioni li metterà il presidente del Bologna calcio, Joey Saputo, e 30 il Comune», disse alla Festa dell’Unità. Oltre ai soldi l’amministrazione ha parlato della concessione per un periodo da definire, attorno a 50 anni, dello stadio al Bfc. Poi i mesi sono passati, a gennaio il progetto è stato presentato ed a settembre del 2019 è arrivato il progetto definitivo, con la copertura trasparente in corrispondenza della Torre. 30.000 posti a sedere, curve più vicine al campo, senza volumetrie esterne aggiuntive ma anzi demolendo le parti metalliche aggiunte per Italia ‘90. «Modificato per alcune osservazioni chieste dalla soprintendenza», come ha spiegato l’ad rossoblù Claudio Fenucci, ad inizio di novembre quando è stato trasmesso alla soprintendenza. Se arriverà l’ok, serviranno 15 mesi di lavori e due campionati in trasferta, per averlo.