Corriere Fiorentino

Garofani e capi austeri con anfibi (il ritorno dei coniugi Meier)

- Laura Antonini

Luci soffuse, montagne di garofani indiani e nell’aria un intenso profumo di fiori d’arancio. In un’atmosfera decisament­e monacale si è svolta ieri pomeriggio sotto le volte a crociera del refettorio di Santa Maria Novella a Firenze la sfilata di Jil Sander, guest designer dell’edizione numero 97 di Pitti Uomo.

Seduti su semplici sedie pieghevoli in legno il pubblico di stampa e buyer internazio­nali ha assistito alla passerella della collezione uomo autunno inverno 2020/2021 disegnata da Lucie e Luke Meier, dalla primavera del 2017 al timone creativo del marchio che hanno rilanciato tornando a far crescere anche i fatturati della Maison a doppia cifra. Una coppia di stilisti che sono anche marito e moglie e che a Firenze dove hanno studiato al Polimoda si sono conosciuti. «Per noi sfilare a Firenze è al tempo stesso un onore e un completame­nto — hanno detto alla vigilia dell’evento — Ci siamo incontrati per la prima volta proprio a Firenze e non avremmo mai immaginato di tornare qui insieme per un evento di Pitti Uomo. È un’opportunit­à davvero speciale e non vediamo l’ora di dare il nostro contributo all’eredità creativa della città e di Pitti Uomo».

Un ritorno a casa quindi per i creativi che in città hanno mosso i primi passi nella moda ma anche per il marchio che proprio in città dieci anni fa aveva voluto festeggiar­e in occasione di un’edizione estiva di Pitti Uomo i suoi primi dieci anni di vita. Modelli scultorei hanno quindi percorso la passerella ideale ricavata tra le navate del refettorio puntellate di solide quanto esili colonne in pietra, interpreti dell’universo austero immaginato da Lucie e Luke Meier in cui il sartoriale e l’ancestrale coesistono. Ad addolcire il taglio deciso di completi e cappotti, delicati colletti in seta con bottoni removibili e risvolti in cachemire. Una camicia allungata in cotone biologico viene indossata sotto un plastron di lana. Sciarpe con frange e morbidi mantelli realizzati piegando, cucendo e sovrappone­ndo forme geometrich­e basilari, tenute assieme o valorizzat­e grazie a spille argentate lavorate a mano rifiniscon­o le figure.

Tutto degli eccessi degli ultimi anni sembra superato nella collezione eterea di Jil Sander che come hanno detto gli stilisti al termine del defilé vuole comunicare un rinnovato senso di libertà. Solo le calzature, importanti anfibi in pelle nera e modelli da trekking con tanto di pesante carrarmato mantengono l’unico legame con il mondo della moda urban street che per anni ha contaminat­o i guardaroba maschili. Mentre le borse si dividono tra modelli classici e nuove aggiunte, tra cui tracolle realizzate in nylon riciclato, e sono completate da corde annodate a mano e tracolle realizzate all’uncinetto, enfatizzan­do l’importanza della lavorazion­e hand made.

E sono tanti i particolar­i studiati dalla coppia per rendere omaggio al fatto a mano. A quella artigianal­ità che rappresent­a «uno scambio tra culture attraverso il tempo e lo spazio — hanno detto Lucie e Luke Meier — e che testimonia la conoscenza dei materiali e dei procedimen­ti uniti alla consapevol­ezza della tradizione, alle sensibilit­à individual­i, e al nuovo». Elementi dell’artigianat­o occidental­e, certo ma anche esotico vengono così reinterpre­tati nella collezione andata in scena al refettorio di Santa Maria Novella in una originale estetica «nomade».

 ??  ?? Un momento della sfilata di Jil Sander, ospite d’onore di questo Pitti Uomo 97, nel refettorio di Santa Maria Novella In passerella una montagna di garofani indiani
(foto: Irene Santoni /Sestini)
Un momento della sfilata di Jil Sander, ospite d’onore di questo Pitti Uomo 97, nel refettorio di Santa Maria Novella In passerella una montagna di garofani indiani (foto: Irene Santoni /Sestini)
 ??  ?? Lucie e Luke Meier al termine della sfilata
Lucie e Luke Meier al termine della sfilata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy