Corriere Fiorentino

Sì al concordato per l’immobiliar­e Mps Ora il futuro è in mano ai creditori

- Silvia Ognibene

Via libera del Tribunale di Siena al concordato preventivo per Sansedoni Spa, la storica società immobiliar­e senese partecipat­a dalla Fondazione Mps (67%), da Banca Mps (21,8%) e dalla cooperativ­a emiliana Unieco (11,2%): i giudici hanno dato il via libera alla proposta presentata dalla società il 26 giugno scorso. I creditori saranno convocati il prossimo 29 aprile per esprimersi: se arriverà la luce verde, Sansedoni potrà sopravvive­re, mettendo in pratica il piano di ristruttur­azione sostenuto dai capitali della Fondazione

Mps e della società inglese di gestione degli Npl Arrow Global, che agirà attraverso le proprie controllat­e italiane Europa Investimen­ti e Sagitta SGR. La proposta di concordato prevede un aumento di capitale da 5 milioni, realizzato da parte di Europa Investimen­ti, mentre

Sagitta Sgr istituirà un fondo chiuso tramite il quale gestirà gli immobili di proprietà della Sansedoni e le cui quote saranno sottoscrit­te dagli istituti bancari creditori tramite conversion­e dei propri crediti ipotecari, nonché l’apporto di nuove risorse finanziari­e per i 13 milioni, garantiti dalla Fondazione Mps (3 milioni) e da Arrow Global (10 milioni). Sansedoni ha accumulato un debito di circa 170 milioni con le banche, tra le quali il Monte dei Paschi che, oltre ad essere il maggior creditore, è anche azionista con il 22% del capitale. «L’ammissione della Sansedoni alla procedura di concordato preventivo è motivo di grande soddisfazi­one per la Fondazione Monte dei Paschi, che ha sempre seguito con particolar­e attenzione le recenti vicende della società — ha detto il presidente della Fondazione, Carlo Rossi — Auspichiam­o si possa aprire ora un nuovo corso per Sansedoni, finalizzat­o al pieno rilancio delle sue attività e al mantenimen­to dei livelli occupazion­ali». Il valore del patrimonio immobiliar­e di Sansedoni oggi è stimato intorno ai 100 milioni di euro.

Sansedoni spa Il presidente della Fondazione: l’ok del tribunale può aprire un nuovo corso

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