«I cittadini facciano la loro parte controllando pietra per pietra»
Caro direttore, la esemplare lezioneintervento dell’amico Francesco Gurrieri va recepita in pieno. Ovunque, nella Firenze anche esterna alle mura, l’asfalto spiace, nel cuore storico è inaccettabile. Va reso atto al Comune di procedere per il centro, lentamente, in questa direzione. Aggiungerei due note pratiche per noi cittadini. La prima, è che la sistematicità e la costanza di recuperi di zone pavimentali alla pietra, e di manutenzioni conformi, va favorita dai cittadini con convinzione; sarebbe malaugurante se d’istinto si pensasse: «Ma asfaltiamo e via!». La seconda è che lo stato di danneggiamento, vero e verificabile ovunque, di punti della pavimentazione litica, esige un sistema più «tradizionale» (pressoché quotidiano) di controllo e intervento manutentivo.
Cosa che non avviene, neppur lontanamente. Non sono ingenuo: è prassi difficile e costosa; esige personale dedicato e competente (ovvero artigianale). Qui entra in gioco, sul lato del controllo, la corresponsabilità di tutti noi. Costituisca il Comune una semplice interfaccia (online) tra cittadini e assessorato competente, ove si possa facilmente (col cellulare) segnalare condizioni di degrado e pericolo, ma sia certo che la segnalazione venga opportunamente registrata. In piazza Savonarola da tempo immemorabile il marciapiede est (lato lungo) è interrotto da una sorta di effetto di faglia che crea una cresta insidiosissima. Fastidiosa per un giovane e per un adulto, faticosa per qualsiasi anziano, pericolosa per un ipovedente e per una carrozzina, per tutti rischiosa col buio. Immagino la reazione tipicamente fiorentina, tra lo spiritoso e il teppistico (come scrissi anni fa): «L’hann’a passare da n’antra parte!»; però poi muore qualcuno. Abbiamo il dovere di segnalare le buche, che magari buche non sono, ma non cambia la pericolosità; e di chiedere al Comune, per l’incolumità dei singoli e la dignità della città (che è realtà ogni ora contemplata, sotto lo sguardo del mondo), monitoraggio e cura costante. Chiederlo con la coscienza di contribuire a sollevare l’amministrazione, in una qualche misura, da una quasi impraticabile capillarità di un controllo pietra per pietra che noi, ognuno per il suo marciapiede, può invece fare. Molti anni fa, sotto una giunta esemplare per il disinteresse riservato al centro storico, ero in via dell’Acqua. Una signora più giovane accompagnava un’anziana nell’attraversare la strada, nei modi con cui si attraversa un torrente, da punta di sasso a punta di sasso. La giovane diceva, consolatoria: «Sa, e’ le son strade antiche!». E l’anziana: «Ma che antiche e antiche! L’è ma i’ sindaco!» con quel simpatico «ma» fiorentino, che conserva il significato del magis latino («piuttosto»). Lo ricordi il sindaco; mi chiedo però se le due signore si erano mai prese la briga di segnalare, oltre che di condolersi.
❞ Abbiamo il dovere di segnalare e di chiedere al Comune di assicurare l’incolumità dei singoli e la dignità della città