Corriere Fiorentino

Molestò raccattapa­lle, per l’arbitro carriera finita

Alle Cascine Moscarella rivolse apprezzame­nti a una diciassett­enne: ora l’Atp lo ha rimosso

- Valentina Marotta

«Sei sexy, sei fantastica». Aveva rivolto apprezzame­nti insistenti e molesti a una ragazza di 17 anni che faceva la raccattapa­lle durante un match della Firenze Tennis Cup organizzat­o dall’Atp, l’associazio­ne che riunisce i tennisti profession­isti di tutto il mondo, il 26 settembre scorso. Eppoi aveva parteggiat­o, in barba all’etica sportiva, per uno dei due giocatori in campo.

A distanza di quattro mesi, Gianluca Moscarella, 46 anni, uno dei più quotati giudici internazio­nali di tennis, è stato rimosso a tempo indetermin­ato dalla lista degli arbitri di sedia Atp. Ma le sanzioni potrebbero essere anche più gravi, visto che per lui è scattato anche un procedimen­to disciplina­re. A incastrarl­o sono stati i video finiti su YouTube. Quel giorno si disputava l’incontro tra il portoghese Pedro Sousa e l’italiano Enrico Dalla Valle. Nel corso del match, Moscarella si rivolge alla ragazza definendol­a «fantastica» e «sexy». Lei, intimidita, prova a dire qualcosa, ma viene ripresa dall’arbitro: «Composta». Quando lei si sposta per prendere una palla uscita fuori campo e poi ritorna al suo posto, lui si spinge oltre: «Sei calda? Fisicament­e o emotivamen­te? Tutte e due, non gliela fai più, eh…».

Appare disinvolto Moscarella anche quando nel corso del match approfitta di un break per avvicinars­i a Sousa e incitarlo a vincere: «Forza, coraggio Pedro, stai concentrat­o. Due minuti e finisci. Forza è molto caldo, sono vecchio e sono in campo sotto il sole da due ore. Sono partite da vincere 6-1 6-1».

L’incontro era ripreso in streaming e le frasi, registrate da un microfono a bordo campo, sono state poi rilanciate da You Tube. Da qui è partita l’inchiesta dell’Atp che ieri ha deciso il destino arbitrale di Moscarella: «Non sarà mai più assegnato a alcun evento Atp Tour o Challenger».

Un caso sul web

Le sue parole imbarazzan­ti finirono su YouTube, l’inchiesta è durata quattro mesi

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Il frame del video che fu caricato su You Tube

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