Pulgar-Lirola, avanti tutta
Dopo un inizio altalenante sia il regista cileno che il terzino spagnolo hanno ingranato la marcia. Gli ultimi risultati positivi sono anche merito della loro crescita
Il tempo è galantuomo e, spesso, rende giustizia. Basta saper aspettare. Etichette, bocciature (o, al contrario, esaltazioni), giudizi. Troppo spesso la prima impressione è quella che conta. Prendete Pol Lirola ed Erick Pulgar. Due che, fino ad un paio di settimane fa, si vedevano tatuati addosso timbri che parevano impossibili da cancellare.
Bastava farsi un giro sui social network, ascoltare le radio, fare un salto al bar, tra i tifosi. «Abbiamo buttato via soldi», dicevano. «Pagare quasi 25 milioni per due giocatori così significa non capire niente di calcio». Frasi buttate lì sulle quali ora, per fortuna della Fiorentina, si può sorridere. Può farlo, più di ogni altro, Daniele Pradè. Quello che questi due giocatori li ha scelti, inseguiti, voluti con tutto se stesso. Ha avuto ragione. Certo, molto del merito va riconosciuto anche a Beppe Iachini. Pensiamo a Lirola. «È troppo tenero, deve diventare più ignorante», disse il mister (che già lo aveva allenato al Sassuolo) nel giorno della sua presentazione. La sensazione è che Lirola patisse soprattutto le tante attese che si erano create attorno a lui. Nate non solo dalle sue belle annate col Sassuolo ma anche, e soprattutto, dai 12 milioni di euro investiti per portarlo a Firenze.
Tanti, vero, ma (nel mercato di oggi) nemmeno troppi. Anche perché di specialisti del ruolo non ce ne sono molti. Anzi. L’avvio difficile però, li faceva apparire uno sproposito. Ora no. E basta pensare alle ultime due partite. Con l’Atalanta, Paul, è stato decisivo. E quel gol del 2-1 è il manifesto della sua trasformazione. Lanciato in avanti nonostante la squadra fosse in sofferenza, e in inferiorità numerica. In una parola: coraggio. E poi sabato. Contro il Napoli Lirola è stato ancora tra i migliori: ha annullato Insigne, è stato il terzo calciatore viola per chilometri percorsi (11,784), ha servito un assist al bacio (sprecato) a Castrovilli. È tornato, per intendersi, quello di Sassuolo.
E poi Pulgar. Uniti, i due, da un tracciante di 40 metri che ha squarciato in due il prato del Franchi, contro l’Atalanta. Assist del cileno, e gol dello spagnolo. L’azione simbolo della loro rinascita.
Anche l’ex Bologna, nelle ultime due uscite, è stato tra i più convincenti. Al San Paolo, per esempio, ha corso meno del solo Castrovilli, ha recuperato 9 palloni (meno dei soli Pezzella e Dalbert), è stato costantemente nel vivo del gioco. Eppure, basta guardare i numeri di tutta la stagione per rendersi conto di come, prove del genere, non siano un’eccezione. Detto dei gol (con tre centri è ancora al top tra i marcatori viola), Pulgar è quinto in Serie A per passaggi chiave. Solo Kulusevski, Luis Alberto, il Papu Gomez e Lukaku ne han fatti di più. Non solo. Erick è quarto in assoluto anche per chilometri percorsi (11,801) in media a partita. Meglio di lui solo Brozovic (Inter), Kulusevski (Parma) e Deiola (Lecce). Costo: circa 12 milioni. Meno di 25, per lui e per Lirola, in un mercato dove (giusto per fare un esempio), un «numero uno» come Marotta ne ha spesi 25 per uno come Lazaro, quasi mai utilizzato e, ora, vicino alla cessione. È il calcio, bellezza. E prima di arrivare a sentenza, forse, sarebbe consigliabile un po’ di prudenza. Anche se ora c’è da trovare continuità...