Corriere Fiorentino

LASCIAMO STARE BIANCANEVE

- Di Mario Lancisi

Uno spettro si aggira lungo la costa: quello di «Firenze matrigna». Dove Firenze sta per Regione, cui si imputa la responsabi­lità politica della Toscana a due velocità. Di favorire cioè il capoluogo regionale rispetto alle altre città. Erano anni che non si sentiva più parlare di «Firenze matrigna» proprio perché con alterni successi la Regione si è sforzata comunque di coltivare l’idea di una Toscana unita. Nell’èra della globalizza­zione non occorre molta perspicaci­a per capire che i destini del porto di Livorno si intreccian­o con quelli dell’Alta velocità di Firenze. O che la realizzazi­one della Tirrenica serve alla costa ma anche alla Toscana centrale, ad esempio. Poi è arrivata la Lega. Che soprattutt­o con l’ex sindaca di Cascina Susanna Ceccardi ha rispolvera­to il campanilis­mo, ritenendo che la difesa dell’identità e degli interessi economici dei comuni male si concilino con una visione regionale. Cavallo di battaglia di questa visione è stata la riproposiz­ione della «guerra» degli aeroporti quando, con lo sbarco in Toscana del magnate argentino Eduardo Eurnekian, era stata trovata invece un’intesa, seppure faticosa e incerta, tra Pisa e Firenze per la creazione di un polo aeroportua­le regionale. La recente sentenza del Consiglio di Stato, bocciando l’ampliament­o di Peretola, dà anche nuova stura alla «guerra» aeroportua­le. E ora il campanilis­mo riprende quota anche in vasti settori del centrosini­stra, soprattutt­o lungo la costa. Il rischio è che sventoland­o la bandiera di «Firenze matrigna» non si superino i problemi della Toscana a doppia velocità, ma li si aggravino. La costa ha enormi problemi, soprattutt­o sul piano delle infrastrut­ture, a tal punto che la Regione, nella legislatur­a che sta per concluders­i, li ha posti in cima alle priorità di governo. Con scarso successo, purtroppo. Se si passano in rassegna le maggiori opere che dovrebbero dare impulso all’economia costiera, va però anche aggiunto, che dalla Tirrenica alla costruzion­e della Darsena Europa, emerge però con evidenza le responsabi­lità degli amministra­tori e delle classi dirigenti locali. Per una Toscana «più veloce e più equa», come auspicava domenica scorsa anche il direttore del Tirreno, sarebbe un grave errore rinfocolar­e una contrappos­izione tra territori. A mezzo secolo dalla nascita delle regioni, la Toscana ha invece bisogno di ripensare, questo sì, al ruolo della Regione. Come luogo della solidariet­à tra aree più forti e più deboli e come motore di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale. Questa è la vera sfida delle prossime Regionali.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy