Un taxi a Peretola: cammina cammina
Toscana Aeroporti: sì a più posti, ma non gratis. Via alla protesta, e il Comune media
Aeroporto Vespucci ore 12. Un gruppo di turisti olandesi appena arrivato da Amsterdam corre verso la fermata dei taxi per cercare di prendere la prima vettura disponibile così da raggiungere velocemente il centro di Firenze. Sono una trentina, carichi di valigie e con figli e passeggini al seguito. Si fermano sotto la pensilina, alla destra degli arrivi, sperando che qualche taxi si palesi. Passano 10 minuti, poi venti, ma di tassisti neanche l’ombra: sono in agitazione e protestano contro Toscana Aeroporti. Lasciano i passeggeri davanti all’ingresso delle partenze ma poi tirano dritto, se ne vanno senza fermarsi. Il motivo è che la società aeroportuale ha chiesto alle due cooperative dei taxi di accollarsi i costi per la realizzazione della nuova area di sosta (71 mila euro spalmati su più anni) e l’affitto annuo (50.000 euro). Ed è partita la protesta.
Così, i turisti sembrano disorientati, confusi. Provano a chiedere informazioni ma nessuno gliene fornisce. Dopo un po’ arriva un addetto di Trenitalia che spiega loro in inglese che per arrivare in albergo «dovranno utilizzare mezzi alternativi, come il Vola in Bus, la tramvia o il noleggio con conducente». Qualcuno però non si arrende, e invece di seguire il consiglio si avventura verso viale Luder o l’autostrada certo che un taxi prima o poi si fermerà. Marito e moglie si piazzano davanti al distributore di benzina Beyfin, e dopo aver imprecato per mezz’ora al telefono con il 4390 e il 4242, finalmente riescono a fermare un’auto bianca di passaggio e a lasciare il Vespucci: «È incredibile quello che succede in questa città — si sfoga la coppia paonazza in volto — Scioperare va bene ma perché dobbiamo pagarne noi le conseguenze?».
L’agitazione delle due cooperative di tassisti, ieri, ha avuto un’adesione del 100%: «Nessuno sciopero», però ci tiene a sottolineare il presidente di
Uritaxi Tiziano Barchielli: «Siamo un servizio pubblico e non avremmo potuto farlo. Abbiamo deciso di portare i passeggeri in aeroporto ma senza sostare nel parcheggio. Quindi le auto sono tornate indietro vuote».
L’agitazione andrà avanti anche nei prossimi giorni, almeno fino a quando Toscana Aeroporti, Socota e Cotafi non avranno raggiunto un accordo. «Non siamo disposti a pagare il pizzo a una società americana amministrata da un argentino — attacca Barchielli — Per stare lì Toscana Aeroporti ci chiede di versare una quota parte per i lavori del nuovo parcheggio taxi, una follia! E in più, per accedervi, siamo costretti a pagare un euro per la prima ora di sosta e tre euro dalla seconda ora in poi». Toscana Aeroporti ha chiesto ai tassisti un canone che per ogni tassista peserebbe per 60 euro all’anno, per creare la nuova corsia richiesta proprio dalle due cooperative per avere maggiore visibilità: una storia che va avanti da un anno con continui stop and go.
Ma lo scorso 4 febbraio, «dopo una serie di richieste e mancati riscontri da parte della categoria, Toscana Aeroporti — si legge nel comunicato della società — ha comunicato ai tassisti che in mancanza di un accordo, a partire dal 17 febbraio, avrebbe richiesto il pagamento del parcheggio». Oltretutto «l’investimento necessario per la realizzazione dell’opera è stato già sostenuto dalla proprietà dello scalo», spiega ancora Toscana Aeroporti, il che significa che attualmente c’è un parcheggio pronto, e con 40 posti, non utilizzato da nessuno.
Per ridurre eventuali e possibili disservizi ai passeggeri, la società che controlla il Vespucci ha già messo in piedi una serie di misure: Bus Italia ha aumentato la frequenza delle corse verso il centro, dedicando un addetto che in area arrivi informerà l’utenza, e poi è stato definito un piano di comunicazione per informare i viaggiatori delle diverse soluzioni disponibili, come tramvia (si sta anche pensando di regalare i biglietti per il tram a tutti i passeggeri), autobus e Ncc. Insomma, se i tassisti vanno dritti per la loro strada, anche Toscana Aeroporti non è disposta a fare dietrofront. E questa rigidità ha irritato, e non poco, Palazzo Vecchio con la conseguenza che l’assessore Federico Gianassi già questa mattina convocherà le parti in Comune per cercare di definire un accordo. «Prendiamo atto, malgrado gli sforzi, che non ci siano stati passi in avanti — fanno sapere da piazza della Signoria — Il nostro obiettivo è risolvere questa conflittualità soprattutto per salvaguardare l’utenza».
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