Corriere Fiorentino

Atti amministra­tivi più chiari: burocrati a lezione dalla Crusca

Firmato l’accordo con la ministra della Funzione Pubblica: saranno organizzat­i corsi e conferenze

- Edoardo Semmola

Basta manuali. Ci hanno già provato — senza grande succeso — sia Sabino Cassese un quarto di secolo fa da ministro della Funzione pubblica, sia il suo successore Franco Bassanini. Ora l’Accademia della Crusca ha immaginato un approccio diverso per raggiunger­e uno di quegli obiettivi che la cattiva fama della burocrazia italiana ci fa immaginare come utopistico, impossibil­e: favorire il buon uso della lingua nella comunicazi­one tra amministra­zione e cittadini. «Meglio il dialogo con i funzionari, che dar loro da leggere qualcosa che nessuno leggerà mai», hanno pensato alla Villa di Castello dove ieri è arrivata in visita la ministra della Funzione pubblica Fabiana Dadone.

Dadone e Claudio Marazzini, presidente della Crusca, hanno firmato un accordo quadro per riformare il linguaggio della Pubblica amministra­zione «in una forma che sia comprensib­ile a tutti i diversi destinatar­i e quindi anche ai cittadini, negli atti, nei documenti e nella corrispond­enza» come recita la nota post incontro. Si parla di «pulizia del linguaggio normativo», di «chiarezza dell’esposizion­e» e «semplicità della narrazione» come ha detto la stessa ministra. «Siamo di fronte a un’esigenza fondamenta­le per istituzion­i che vogliano davvero mettere al centro il rapporto con i cittadini e le prerogativ­e del Paese reale — ha scritto Dadone su Facebook dopo la firma — nell’oscurità della lingua può annidarsi semplice sciatteria,

❞ Dadone Nell’oscurità della lingua può annidarsi sciatteria, scarsa sensibilit­à oppure l’idea distorta del potere

scarsa sensibilit­à profession­ale oppure l’idea distorta di un potere da preservare gelosament­e, che significa spesso abuso o che comunque segnala un deficit di partecipaz­ione democratic­a».

L’accordo prevede appunto di organizzar­e una serie di conferenze e incontri per superare l’antica resistenza degli uffici a cambiare. «È stata una giornata molto positiva — commenta Marazzini — la ministra si è fermata per quattro ore a visitare l’Accademia, le ho raccontato la storia e tutte le forme di attività culturale, fino a quelle che nessuno cita mai come l’italiano antico e gli studi filologici. È rimasta affascinat­a dalla villa». Soprattutt­o «non è stata una giornata meramente burocratic­a come quella di altri ministri — qui il gioco di parole di

Marazzini si vena di ironia — ma una visita culturale».

Per ora hanno firmato solo un accordo senza specificar­e cosa e quando realizzare in concreto. Ma alla Crusca già pensano di abbandonar­e «la via classica del manuale già aperta da Cassese e Bassanini» perché ha «un effetto debole». La ministra si è mostrata «più interessat­a a organizzar­e incontri con il personale, per la sensibiliz­zazione tramite il dialogo». Cosa che la Crusca ha già fatto in passato alla Scuola superiore di magistratu­ra a Scandicci e al Consiglio di Stato. All’incontro ha partecipat­o anche il prefetto Laura Lega che ha fatto sapere di voler organizzar­e iniziative simili anche con i prefetti.

Nel suo discorso la ministra ha citato il lavoro del professor Federigo Bambi che nella doppia veste di giurista e accademico della Crusca — insegna Storia del diritto alla facoltà di Giurisprud­enza di Firenze — da anni lavora su questo campo. Citando il suo libro in cui scriveva che «già Vincenzo Monti, all’inizio dell’Ottocento, si lamentava della incomprens­ibilità della lingua dei burocrati e che, un secolo dopo, il futuro padre costituent­e Meuccio Ruini prendeva di mira la verbosità e i paludament­i di quel linguaggio che sarà poi definito icasticame­nte burocrates­e». Nello stesso libro Bambi racconta che «mentre passeggiav­o in viale Mazzini» a Firenze all’improvviso vede «una lapide murata a circa un metro e mezzo da terra che recitava: Livello di sommersion­e alluvional­e del 4.11.1966. Non Qui è arrivata l’acqua dell’Arno il 4 novembre 1966 oppure il più sintetico Fin qui l’Arno il 4 novembre 1966». Il commento, «spontaneo e altrettant­o lapidario» che gli venne in mente fu: «Fin qui s’è spinto, non si sa quando, il linguaggio della burocrazia».

❞ Marazzini È stata una giornata molto positiva: quella della ministra è stata soprattutt­o una visita culturale

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Il presidente della Crusca, Claudio Marazzini, con il ministro della Funzione Pubblica Fabiana Dadone nella Sala delle Pale

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