Borgoladro, paese da brividi
Libri Lo scrittore Filippo Semplici parla del suo thriller ambientato in un luogo immaginario, ma ispirato a Barberino Tavarnelle. «Racconto una vacanza da incubo, ma anche la mia terra e i pericoli della rete»
L’ambiente è idilliaco: le colline toscane, il cielo azzurro, la tranquillità. Ma è solo apparenza. Basta fermarsi nel posto sbagliato e tutto può cambiare in un attimo. Parola dello scrittore di Barberino Filippo Semplici che ha da poco dato alle stampe il thriller «I misteri di Borgoladro» (Newton Compton Editori). È la storia di Orlando e della sua compagna Elise, che decidono di trascorrere una vacanza in Toscana all’insegna del relax, del divertimento e del buon cibo, fuori dai consueti itinerari turistiche. Ma durante una sosta nel piccolo paese di Borgoladro abitato da vecchi pensionati al posto dell’allegria e della spensieratezza subentrerà il sospetto. Capiranno di non essere ospiti graditi e la loro vacanza si trasformerà in un incubo da cui sarà difficile uscire. Perché spesso è proprio nella normalità che si nasconde l’orrore.
Primi anni ottanta. Poche parole biascicate come un sussurro da un orecchio all’altro.
Avrò avuto sette, otto anni, e mi divertivo così, a spaventare gli amichetti, ignaro della reale entità della minaccia che si annidava in mezzo alle campagne. Mi bastava sapere che là fuori, nel buio dei boschi, si nascondeva un uomo nero pronto a fare del male alla gente e forse, perché no, a rapire i bambini.
Oggi, se penso alla Toscana e ai suoi misteri, la mente vola in modo inevitabile a quei giorni, a uno dei gialli più macabri e in parte irrisolti che ha segnato la provincia fiorentina.
Il mio amore per il brivido è cominciato così, fin da piccolo, senza un motivo particolare. Indubbiamente ciò che mi ha spinto a immaginare la mia terra come ambientazione thriller, è il fascino ambivalente che mi suscitano i suoi paesaggi bucolici e silenziosi, le ombre che si allungano nei campi al tramonto, le cascine abbandonate che ti spiano dai vetri rotti delle finestre.
In tutto questo scenario è molto forte il richiamo ai racconti suggestivi di mio nonno materno, legati a leggende popolari come quella della Torre del Chito o del Cinatti; ma un ruolo decisivo nella mia formazione l’hanno giocato gli autori che più adoro: il visionario H.P. Lovecraft, il maestro di atmosfere Edgar Allan Poe, l’insuperabile King, fino all’ita
Lo scrittore barberinese Filippo Semplici È appassionato di thriller, rock e Dylan Dog lianissimo Eraldo Baldini, che con il suo Gotico rurale, del tutto inconsapevolmente, mi ha indicato la strada da seguire. Ho trovato nei suoi racconti tutto ciò che avrei voluto scrivere, l’ho eletto figura di riferimento, un fratello maggiore che si prendeva cura di me, aiutandomi a far emergere la voce più autentica. Le sue storie parlano di piccoli borghi di campagna, gente affabile e all’apparenza tranquilla, che nasconde le vere sembianze dietro una facciata di normalità posticcia.
Nel mio romanzo il paese immaginario di Borgoladro si ispira a Barberino Tavarnelle, dove abito.
Chi tra i miei compaesani leggerà il libro non tarderà a riconoscere la pianta del borgo: i due archi a volta, la porta fiorentina e la porta senese, la piazza centrale, la parte inferiore e superiore del paese. Nella trasposizione letteraria ho reso Barberino Tavarnelle più labirintico e ho tolto la chiesa, per creare una dissonanza con la realtà; poiché è raro imbattersi in paesi privi di luoghi di culto, volevo che Borgoladro mantenesse una sua spiccata originalità.
Anche la sua collocazione non è casuale: sorge nei pressi della cupola di San Michele Arcangelo, una zona di aperta campagna che sembra sospesa nel tempo. Terra definita maledetta in passato e legata al mito di Semifonte, la città che non c’è, di cui Dante Alighieri fa cenno nella Divina Commedia. Si racconta che Semifonte osò sfidare Firenze al coro di «Fiorenza fatti in là, che Semifon si fa città», fino all’anno 1202 in cui fu rasa al suolo. La Repubblica Fiorentina decretò che su quel terreno non fosse costruito più nulla, e le sue pietre furono usate per erigere la cinta muraria di quello che oggi è Barberino Tavarnelle. Per secoli, al posto della città rigogliosa di un tempo, regnò
❞ Chi leggerà il libro non tarderà a riconoscere la pianta del borgo, anche se nella trasposizione letteraria ho tolto la chiesa per creare una dissonanza con la realtà
solo abbandono e desolazione. Solo alla fine del cinquecento un vescovo ottenne il permesso di edificare la Cappella, riproduzione in scala del tamburo di Santa Maria del Fiore, come a voler rimarcare la supremazia di Firenze sulle valli.
Nei pressi si trova anche la Fonte di Santa Caterina, che si narra possedesse proprietà magiche e terapeutiche.
I misteri di Borgoladro non è solo un omaggio alla Toscana e ai miei luoghi, ma anche un romanzo che affronta un argomento molto importante nella vita di tutti i giorni: internet.
Ho scelto di raccontare i pericoli della rete perché oggi viviamo in un mondo sempre più connesso, sempre più social, siamo immersi in una seconda realtà in cui ognuno di noi giornalmente riversa frammenti della propria esistenza, con una naturalezza agghiacciante. Ma sappiamo davvero dove vanno a finire? Sappiamo davvero chi si nasconde in fondo al web? Io ho cercato di parlare di questo mistero, portare alla luce ciò che può accadere nei meandri più profondi di internet, e l’ho fatto usando l’amore per la mia terra; ho immaginato una storia che lentamente si è fatta strada dentro di me durante le lunghe passeggiate per boschi e campi in cerca di idee interessanti, come fosse stato il paesaggio stesso a suggerirmela, parola dopo parola. Passo dopo passo. Perché è così che io inizio a scrivere.
Joseph Conrad, autore di Cuore di tenebra, una volta disse: «Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra, in realtà sto lavorando?».
Allo stesso modo, posso affermare: «Come faccio a spiegare a chi incontro mentre passeggio, che quando guardo le mie colline, in realtà sto scrivendo?».
❞ Ho cercato di portare alla luce ciò che può accadere nei meandri più profondi di internet e l’ho fatto usando l’amore per i miei luoghi