Corriere Fiorentino

RICORDATEV­I ANCHE DOMANI DEI VOSTRI EROI DI OGGI

- Lettera firmata

Caro direttore, dopo 15 anni di lavoro in un ospedale di medie dimensioni fiorentino vorrei riflettere insieme a voi tutti su quello che sta succedendo adesso. Sono 15 anni che lavoro in pronto soccorso come infermiere, una serie infinita di pomeriggi, mattine e notti nelle quali si contano domeniche, feste nazionali, compleanni, sabati sera, ultimi dell’anno, ma in fondo ho scelto io questo lavoro e l’ho sempre fatto con orgoglio.

Vorrei farvi riflettere su alcune cose di questa emergenza nazionale. In queste ultime settimane ho assistito a scene molto tristi. Negli passati in pronto soccorso ho assistito una media di circa 150-160 persone a turno, a volte più a volte meno, in queste settimane di Covid l’affluenza registrata si è abbassata del 6070%, Dove siete finiti con le vostre «malattie mortali», con le vostre «problemati­che catastrofi­che»? Dopo anni di studi quello che facevamo in realtà era capire chi aveva bisogno di cure e chi no... E tanti di voi vi giuro non ne avevano bisogno. Durante questi 15 anni di lavoro non ho avuto apprezzame­nti positivi su quello che facevo. Mi ricordo

Lo striscione per medici e infermiere affisso la settimana scorsa fuori dall’ospedale di Santa Maria Nuova di diverse frasi che negli anni si sono susseguite sia da pazienti che da amici, frasi come: «Chi è lei?». «L’infermiere di Triage, prego mi dica». «Ah non c’è un medico? Se non parlo con un medico non parlo». Oppure: «Tanto si sa come funziona, vero?». «Mi scusi non capisco». «Che ve ne frega a voi? Siete i soliti dipendenti pubblici scansa fatiche». O ancora: «Tanto io lo so, ho letto tutto su internet». «Che cosa sa?». «Che devo passare prima di tutti perché ho una malattia importante». «Non credo proprio». «Ah ne vogliamo discutere fuori?».

Quando poi parlo con i miei amici che non fanno il mio lavoro ma sono operai, commessi, camerieri e mi chiedono quanto prendo e dico la verità, cioè 1.700 euro, e mi dicono: «Ah beh è tanto», io rispondo sempre così: «Tanto? Ho studiato circa 5 anni d’università e nei primi 3 facciamo un 2.000 ore di lavoro gratis per la sanità chiamato tirocinio. Il master che ho fatto l’ho pagato io e non ho sabati, domeniche, Natali, Capodanni, Pasque. Annuso i tuoi escrementi, le tue urine, il tuo vomito, vedo il tuo sangue, ascolto le tue paure, faccio finta di non capire quando mi prendi per il culo, porti i tuoi a morire in ospedale perché non usa più morire a casa. Ti basta?». Oltre a questo mi viene in mente di quando le notti in pronto soccorso sono stato aggredito, ho preso insulti, minacce del tipo «Ti aspetto fuori», sputi e schiaffi. Ho immobilizz­ato fisicament­e con l’uso della forza pazienti psichiatri­ci, gente normale, tossici, ubriachi che si addormenta­no in tramvia. E sono andato a letto con quel senso di frustrazio­ne. Adesso invece cosa postate? Gli Eroi Nazionali… ma quali eroi nazionali? Siamo solo buttati nel delirio di adesso. Basta con i post sui nuovi Eroi, le pizze regalate, le paste portate perché dovevate chiudere il negozio e le avreste buttate via, e noi dovremmo anche esservi grati di aver preso gli avanzi. Prima pretendeva­te lo scrocco totale delle prestazion­i...

Basta, vi prego, non chiamateci eroi perché quando tutto questo sarà finito ci sputerete addosso la vostra rabbia come prima, non ci pagherete una mazza e pretendere­te anche che si sia cortesi e comprensiv­i.

❞ Camici diversi Rammento benissimo alcune frasi che si sono susseguite negli anni, ne cito una: «Lei è l’infermiere, io parlo solo con un medico»

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy