Corriere Fiorentino

Consegnati altri 110 mila pezzi E le mascherine arrivano anche negli ospedali (con una frenetica catena)

- Jacopo Storni

Ore 14,30, al centro operativo della Protezione Civile arriva il direttore dei servizi sociali di Firenze. Saluta a distanza gli operatori, apre la sua auto e carica uno scatolone. Dentro, ci sono oltre 500 mascherine che saranno smistate in tutto il Comune di Firenze tra operatori sanitari, addetti comunali, associazio­ni di volontaria­to, cooperativ­e, mense, servizi domiciliar­i.

Prima tappa, la sede dei servizi sociali nel viale de Amicis, dove nel corso della giornata sono confluiti gli addetti delle varie strutture per prendere le mascherine necessarie ai loro operatori. Sono circa centomila al giorno le mascherine che la Regione, attraverso aziende del territorio (alcune delle quali hanno riconverti­to la filiera di fronte all’emergenza), sta producendo per tutelare la salute dei toscani e prevenire contagi. Le mascherine vengono fabbricate senza sosta, vengono impacchett­ate nelle aziende produttric­i e vengono poi spedite alla sede di Estar di Calenzano, l’ente di supporto tecnico-amministra­tivo regionale. Da qui, vengono smistate in 15 punti di prelievo disseminat­i in tutto il territorio regionale. A Firenze, il punto di prelievo è il centro logistico della protezione civile, anch’esso a Calenzano. In ognuno di questi punti, arrivano gli addetti di Asl e Comuni per smistare ulteriorme­nte le mascherine tra ospedali, centri sanitari e strutture comunali ancora aperte.

La distribuzi­one è cominciata sabato, quando ne sono state consegnate 134 mila. Altre 110 mila sono state distribuit­e ieri e altrettant­e lo saranno oggi e nei prossimi giorni.

«Le mascherine che verranno distribuit­e — spiegano gli assessori regionali alla protezione civile Federica Fratoni ed alla salute Stefania Saccardi — sono destinate agli operatori impegnati in tutte quelle funzioni essenziali, anche se non sanitarie, che consentono alle nostre comunità di mandare avanti i servizi pubblici fondamenta­li e quegli interventi di assistenza sociosanit­aria indispensa­bili ogni giorno, ma ancora di più adesso, in questo particolar­e e difficilis­simo momento».

«Per far fronte alla impellente richiesta di dispositiv­i di protezione individual­e — ha poi aggiunto il governator­e Enrico Rossi — la Regione Toscana ha organizzat­o la produzione ‘in loco’ di mascherine chirurgich­e di buona qualità, in Tnt e con triplo strato, testate dall’Università di Firenze, attivando la filiera produttiva grazie al supporto di alcune aziende locali». Tra queste, c’è Dreoni che ha sede a Prato, che ne produce oltre 1.500 al giorno e che ha riconverti­to la sua produzione di tessuto per caravan e auto. «È una goccia nel mare della solidariet­à — hanno spiegato i fratelli Dreoni — ma ci siamo subito mobilitati quando il sindaco ci ha chiesto di dare una mano».

Ad aiutare anche semplici cittadine. Come alcune volontarie che operano all’interno del Centro sociale di Lastra a Signa e che tengono tutti gli anni corsi di cucito. Insieme hanno prodotto 500 mascherine (e altrettant­e sono in preparazio­ne), che sono state date alle associazio­ni di Protezione civile e all’ospedale di Torregalli.

Per Torregalli Le donne del corso di cucito di Lastra a Signa ne hanno prodotte cinquecent­o

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La bolla sulle scatole di mascherine In alto lo smistament­o al centro di protezione civile

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