Corriere Fiorentino

Il sondaggio social di Palazzo Vecchio: «Come va?»

Questionar­io on line per capire gli umori dei fiorentini sui divieti e individuar­e eventuali criticità

- M.F.

Il media è il messaggio, diceva Marshall McLuhan. E parafrasan­do, anche un sondaggio può diventarlo, pure in situazioni di crisi.

Sta dentro questa metafora il senso del sondaggio via web lanciato dal Comune di Firenze ieri via social, gestito in modalità Cawi (quindi solo sul web). Il tentativo da una parte di valutare la percezione dei cittadini della situazione attuale e dell’efficacia delle azioni. Dall’altra ribadire che le misure restrittiv­e ci sono, e domandare che se ne pensa serve appunto a ricordarlo.

A chi partecipa al sondaggio, è stato chiesto prioritari­amente se si è d’accordo con le misure prese dal governo per tutta Italia. Se ci sente preoccupat­i e quanto per l’epidemia di coronaviru­s. Se la risposta da parte delle istituzion­i cittadine è stata adeguata o meno.

Ancora: si cerca di capire non tanto qual è la percezione di chi risponde alle domande, ma cosa si pensa del clima in città. Di farsi «occhi ed orecchie», di rappresent­are quello che si vede ma soprattutt­o si sente dagli altri. È un po’ come chiedere non alla persona se è contenta di stare a casa o se lo ritiene giusto, ma se gli altri stanno rispettand­o davvero i divieti. Il classico esempio della sicurezza percepita e reale: il traffico potrà essere crollato del 70%, ma se si vede passare ancora tanta gente sotto casa ci si arrabbia.

Tra le altre domande, ci si occupa delle difficoltà quotidiane, per capire quale sia il principale problema di questi isolamenti nelle famiglie: se fare la spesa, lavorare, stare coi i figli, assistere gli anziani. E infine, prima di chiedere un giudizio sull’operato del sindaco, si chiede cosa dovrebbe fare di più il Comune in questa situazione: se aumentare i divieti, aumentare il controllo del territorio, o se invece va bene così.

Indicazion­i che serviranno al Comune non tanto a prendere eventuali nuovi provvedime­nti (che passano da un confronto tecnico con le istituzion­i) ma magari a capire come renderli più efficaci e condivider­li di più tra i cittadini. E fare un sondaggio è il primo passo di questo percorso: a ieri alle 18, avevano già risposto in oltre 5 mila tramite vari canali social.

A curare preparazio­ne del sondaggio ed analisi dei dati (che verranno resi noti dopo giovedì quando la possibilit­à di rispondere verrà chiusa) è «Me We», un istituto di ricerca innovativa, start-up con sede alle Murate Idea Park (incubatore di nuove idee), non nuovo a questi «instant pool», che utilizza metodologi­e tradiziona­li e non per il campioname­nto e l’analisi dei dati. La proposta di questo sondaggio è arrivata direttamen­te da loro, «a titolo totalmente gratuito, solo per dare un supporto all’amministra­zione in questa situazione di emergenza» spiegano da Me We. Dato che il campione è casuale, verrà «normalizza­to» in base ad età, genere e quartiere di residenza.

Reazioni Tra le domande anche quello che si vede e quello che si sente raccontare dagli altri In poche ore già 5 mila risposte

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