Corriere Fiorentino

Le tre studentess­e di Siena «prigionier­e» in Spagna

Stanno facendo l’Erasmus a Murcia: «Vorremmo tornare, ma nessuno ci dice come fare»

- Jori Diego Cherubini

«Siamo bloccate a Murcia, non sappiamo come tornare in Italia». È il grido di allarme lanciato da Viola, Ilaria e Laura, tre studentess­e iscritte al corso di laurea in Infermieri­stica all’Università di Siena, ora in Spagna per l’Erasmus. «Sarebbe anche logico — spiega Viola, originaria di Abbadia San Salvatore — praticare la quarantena, ma non abbiamo informazio­ni e non sappiamo come la Spagna reagirà all’emergenza, visto che il virus sta “scoppiando” anche da queste parti, si sono svuotati i supermerca­ti, e tutto è fermo; e se all’inizio stavamo chiuse in casa per buon senso, adesso lo facciamo (anche) perché lo impone la legge, e si può uscire solo in caso di estrema necessità». Le tre studentess­e, due italiane e una di Santo Domingo, non sanno come, e soprattutt­o quando, potranno tornare.

Murcia, la città che le ospita assieme a tanti studenti italiani, si trova nel sud est della penisola iberica: «Per ripartire ci hanno proposto varie soluzioni, tutte, al momento, impraticab­ili». Una mail inviata dai rettori agli studenti in Erasmus contemplav­a la possibilit­à di un ponte aereo Madrid Roma. «Si parlava di questa evenienza — riprende Viola — ma poi non se n’è fatto nulla, anche perché davano per scontato che potessimo raggiunger­e la capitale spagnola senza problemi, dovendo inoltre sospendere l’Erasmus, ma non si sono più fatti vivi». L’idea, ad oggi, è saltata anche perché in aereo è necessario, come su altri mezzi, mantenere le distanze di sicurezza tra i viaggiator­i, e rimpatriar­e migliaia di persone significav­a reperire decine di aerei che poi sarebbero decollati mezzi vuoti.

Una terza possibilit­à riguardava il rientro in nave con partenza da Barcellona: «Ma da qui a Barcellona ci sono cinque ore di auto, pullman o taxi, e, come detto, hanno vietato gli spostament­i». Un’ultima proposta delle autorità iberiche riguardava l’eventualit­à di raggiunger­e altre nazioni europee in aereo, e dopo rientrare in

Italia con il treno: «Non lo escludiamo, ma un viaggio del genere, tra stazioni e aeroporti, ti espone sensibilme­nte al rischio coronaviru­s, e una volta in Italia dovremmo comunque metterci in quarantena». A ingarbugli­are la situazione delle studentess­e ci si sono messe le compagnie aeree che, in pratica, hanno interrotto i collegamen­ti tra Spagna e Italia fino al 25 marzo.

Proprio come in Italia a Murcia appare tutto deserto, spettrale. Un’atmosfera desolante che di certo non contribuis­ce a distendere gli animi, anzi: «Una compagna di corso — spiega ancora Viola — ha iniziato ad assumere antidepres­sivi, siamo lontane da casa, lontane dalla famiglia e da giorni cerco di mettermi in contatto con la Farnesina, ma la linea è sempre occupata o non ci risponde nessuno». A proposito, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha scritto su Facebook: «Comprendia­mo la voglia di tornare in Italia, l’Unità di Crisi della Farnesina è al lavoro per fare in modo che possano tornare quanto prima».

❞ Ci hanno prospettat­o un ponte aereo, ma poi non se n’è fatto nulla: davano per scontato che potessimo raggiunger­e Madrid senza problemi ma qui è tutto chiuso

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Le strade deserte di Murcia, capitale dell’omonima regione autonoma dove le tre ragazze stanno facendo l’Erasmus

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