Corriere Fiorentino

Campo di Marte, l’odissea del Cerreti Lavori non finiti e campi da rifare

Dal 2017 l’Aics lo gestisce ma lo spazio è ancora un cantiere. I ritardi di Palazzo Vecchio

- Lorenzo Sarra

Nessuna voce di bambini che rincorrono il pallone, niente amatori a divertirsi nella solita partitella serale e spalti rigorosame­nte chiusi. L’emergenza coronaviru­s non ha bloccato solo la serie A, ma anche tutti gli allenament­i ed i campionati dei settori giovanili e dilettanti­stici. Dentro ai giardini di Campo di Marte — dove è situato l’impianto calcistico Cerreti — la situazione è propria questa. Una grande desolazion­e, che però — purtroppo una costante, nell’ultimo anno — dà modo di rendersi conto ancora meglio della necessità impellente di interventi per la manutenzio­ne di tutto il complesso. A partire proprio dai campi.

Il sintetico dei due rettangoli da gioco, installato ormai nel lontano 2005, sembra difatti pesantemen­te consumato, con toppe qua e là. E non solo. Ecco infatti la biglietter­ia all’ingresso delle tribune in pessime condizioni; le reti di recinzione quasi del tutto distrutte, con pezzi di plastica abbandonat­i sul manto erboso; le panchine con i seggiolini rotti e persino alcuni rami di una pianta («Le potature spetterebb­ero al Comune», sottolinea Aics) sul lato di piazzale Campioni del ‘56 che entrano pericolosa­mente in campo. Senza contare i dettagli: il cartellone pubblicita­rio dell’Aics Campo Marte — la società che nel maggio 2017 ha vinto il bando comunale per l’assegnazio­ne dell’impianto di viale Fanti, prendendo tra non poche polemiche di fatto il posto dell’Olimpia Firenze — è completame­nte sfondato, divenendo involontar­iamente lo «specchio» dell’attuale Cerreti.

Un peccato, consideran­do che proprio qui si allenano anche due squadre under 16 della Fiorentina. Ma la musica potrebbe cambiare presto. A cominciare dagli spogliatoi, dove il Comune sta finalmente ultimando il rifaciment­o da 400mila euro: «Emergenza permettend­o, con disponibil­ità di ditte e fornitori, tutto sarà terminato per Pasqua. In questi mesi gli operai hanno lavorato sugli interni, con interventi supplement­ari da fare rispetto al previsto. Per questo gli esterni della struttura sono un po’ indietro».

Aics è indispetti­ta con Palazzo Vecchio proprio sulle tempistich­e, poiché i cantieri partiti a luglio hanno costretto per mesi gli atleti a farsi la doccia nei locali del vicino stadio di baseball o in container affittati: «Prima ci avevano detto che finivano entro gennaio, poi marzo, ora aprile: è stato molto difficile continuare l’attività con 130 bambini della scuola calcio, oltre agli amatori, senza spazi dove cambiarsi», spiega il presidente Andrea Faggi. Che poi aggiunge: «Eravamo contrari anche a passare da 7 a 4 spogliatoi più ampi, visto che così non potremmo sviluppare il calcio femminile. Il Comune aveva già preso accordi con l’Olimpia, prima che subentrass­imo: abbiamo subito una decisione non nostra».

La stessa Aics investirà circa un milione di euro sui sintetici: «Per questo non abbiamo ancora provveduto a sistemare le recinzioni. Comincerem­o a giugno con il campo più vicino al Franchi, seguendo gli standard della Lega. Poi, nel 2021, l’altro. Già da aprile vorremo però occuparci anche delle tribune, della nuova biglietter­ia e del ristorante e del bar, che saranno ristruttur­ati e resi a norma». «Stiamo facendo il massimo — conclude Faggi — Offriamo quote per la scuola calcio tra le più basse di Firenze: 160 euro, invece dei 300 che chiedono altre società. E presto avremo pure le categorie giovanili, dopo i primi calci». Sperando che la «nuova alba» del club restituisc­a a piccoli e grandi calciatori un impianto all’altezza del quartiere.

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Le pessime condizioni dei campi da gioco e a sinistra i lavori non finiti agli spogliatoi
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