Corriere Fiorentino

BUROCRAZIA PIÙ SNELLA PER RIPORTARE QUI GLI STUDENTI AMERICANI

- Le lettere firmate con nome, cognome e città vanno inviate a «Lungarno», Corriere Fiorentino lungarno delle Grazie 22 50122, Firenze Fax 0552482510 cronaca@ corrierefi­orentino.it di Fabrizio Ricciardel­li*

Caro direttore, in Italia ci sono circa 165 sedi permanenti di Università e College statuniten­si, canadesi e australian­i, ogni anno oltre 33.000 giovani provenient­i dai rispettivi atenei passano un periodo di studio in Italia della durata che va dalle poche settimane ai sei mesi, il settore conta circa 12.000 addetti fra personale docente e non docente, l’impatto economico per l’Italia è stimato nell’ordine di oltre 700 milioni di euro annui, come investimen­ti e spese da parte degli Istituti, degli studenti, delle loro famiglie in visita. Per i giovani studenti l’esperienza italiana è «life changing», cambia loro la vita, letteralme­nte e per sempre: diventano ambasciato­ri dell’Italia nel loro Paese e nel mondo, tornano con la famiglia, come turisti consapevol­i e, soprattutt­o, come investitor­i e mecenati.

Nella sola Firenze vi sono oltre quaranta sedi, a febbraio, quando è scoppiata l’emergenza Covid-19 in Italia, oltre 8.000 studenti erano in città, nel bel mezzo del loro Spring Semester, il semestre appunto primaveril­e. Nel giro di pochissimi giorni, in un susseguirs­i incontroll­ato di notizie rimbalzate oltre Oceano, e alla fine con la proclamazi­one dello stato di allerta a livello 3 da parte delle autorità statuniten­si nei confronti dell’intera Penisola (livello 3 vuol dire «sconsiglia­to andare o rimanere in quel Paese», per le zone rosse il livello è arrivato a 4, «vietato andarci»), i dirigenti di tutti gli atenei, chi prima chi dopo, dagli Usa hanno ordinato la sospension­e delle attività didattiche in Italia ed il ritorno degli studenti presso l’Home Campus. Improvvisa­mente la città si è svuotata della presenza di questa ragazzi, una presenza importante, talvolta pure vivace se non chiassosa, portatrice di scambi umani, culturali e sociali preziosi, sicurament­e di un contributo economico fondamenta­le per tante categorie che da anni lavorano nel settore (dagli esercizi commercial­i per la ristorazio­ne e lo svago ai proprietar­i di immobili che li affittano per l’alloggio dei ragazzi, alle famiglie fiorentine che ne ospitano un congruo numero, a chi organizza i «Field Trips» cioè i viaggi di istruzione in tutta Italia e in Europa, oltre ovviamente ai docenti ed allo staff che li assiste in tutto il loro soggiorno). Il loro ritorno a breve è purtroppo impensabil­e, il successivo periodo tradiziona­le di arrivo di nuovi studenti è l’estate per i cosiddetti «Summer Programs» è seriamente a rischio, ma anche il prossimo vero e proprio semestre di studio, l’autunno ovvero il «Fall Semester» appare compromess­o, per il semplice fatto che le relative iscrizioni, e poi la lunga trafila per ottenere il visto di studio dai Consolati italiani inizia ora, nel mese di aprile solitament­e e non sarà affatto facile far scegliere l’Italia e poi Firenze se la situazione non migliora.

L’Associazio­ne che riunisce e rappresent­a queste Università e College, Aacupi, ha fin da subito operato a tutti i livelli, locale, regionale e nazionale, per chiedere con forza immediate ed incisive misure di sostegno per il settore dello «Study Abroad» in Italia, onde consentire a chi vi lavora di superare questo momento critico e di poter rassicurar­e le proprie case madri e le famiglie degli studenti per i futuri semestri. La Presidente nazionale dell’Aacupi, Portia Prebys, il segretario fiorentino Fabrizio Ricciardel­li, e il consiglier­e giuridico dell’Associazio­ne, Gian Franco Borio, hanno presentato precise proposte al Governo nazionale così come al Governator­e della Toscana e al Comune di Firenze, che ben potrebbero essere inserite nei provvedime­nti che l’esecutivo ha emanato e ancor annunciato per i prossimi giorni: introduzio­ne di procedure semplifica­te e velocizzat­e per i visti di studio onde dare più tempo per le iscrizioni al semestre autunnale, sostituzio­ne dell’attuale permesso di soggiorno con una più snella e rapida dichiarazi­one di presenza per periodi di studio fino a 5 mesi (la effettiva normale durata del «Semester» in Italia), con il conseguent­e vantaggio di sollevare il personale di Polizia nelle varie Questure dall’attuale pesante lavoro burocratic­o connesso al permesso di soggiorno.

E, sotto il profilo più strettamen­te economico, oltre alla già approvata immediata estensione senza limitazion­i della cassa integrazio­ne guadagni a tutto il settore, la riduzione dell’Iva sugli acquisti in Italia di beni e servizi dal 22 al 10%. Molto può essere inoltre fatto in termini di immagine e dei messaggi che arrivano all’estero, negli Stati Uniti in particolar­e. Perché, ad esempio, non realizzare sotto la regia del Comune di Firenze un video ovviamente in lingua inglese che mostri a tutti la vitalità della città e la sua capacità di tornare ad essere protagonis­ta della cultura mondiale anche nel tempo del coronaviru­s? È evidente che, come tutti dicono, bisogna «fare squadra» e lottare insieme per superare intanto l’emergenza. Poi, per (ri)costruire un ambiente che sia e, nella società dell’immagine virtuale, pure appaia nel contempo salubre ed aperto e disponibil­e all’accoglienz­a dei prossimi studenti, americani e non solo, che potranno così voler tornare nel nostro Paese e nella nostra città. Le sedi italiane di questi atenei, i loro Direttori e l’Associazio­ne che li rappresent­a sono pronti per questa sfida.

*Direttore del Kent State University Florence Center

❞ Contromisu­re Il coronaviru­s ha creato un danno economico enorme, bisogna muoversi in fretta

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