Tamponi, c’è Paese e Paese: un episodio accaduto in Germania
Caro direttore, mio figlio (doppia cittadinanza) specialista in Anestesia e Rianimazione lavora da un anno in un Ospedale Universitario del nord della Germania dopo aver prestato servizio per alcuni anni all’Ospedale Universitario della Charité di Berlino. Alcuni giorni fa mentre era di servizio per le emergenze in ambulanza venne chiamato al domicilio di un paziente con sospetto infarto miocardico. Appena visto il malato, assieme al personale paramedico, si rese conto che si trattava di un paziente con gravi problemi respiratori con febbre elevata (39-40). Il paziente dichiarava di essersi recato il giorno precedente in ospedale con sintomatologia analoga ma meno accentuata e di essere stato dimesso con terapia domiciliare. Dopo aver preso le precauzioni standard fu immediatamente disposto il ricovero urgente con il sospetto di possibile infezione da Coronavirus. Nei due giorni successivi mio figlio, dopo aver segnalato il sospetto anche al responsabile del reparto di rianimazione, si è recato più volte presso la struttura per chiedere il risultato del test al coronavirus, ma poiché la sintomatologia era regredita e il paziente deambulava libero nel reparto gli fu risposto che probabilmente il test non era necessario e l’avrebbero eseguito con calma! Al di là della giustificata preoccupazione di mio figlio per sua moglie e i suoi due bambini mi chiedo che cosa abbiano in testa quei colleghi.
P.S.Nell’ospedale in questione sono già presenti due pazienti con infezione da coronavirus.