«Aiutare le attività in crisi: serve anche una spinta dal basso»
Gentile direttore, il pericolo costituito dal propagarsi del Coronavirus richiede secondo me uno sforzo da parte di ciascuno di noi per salvare letteralmente la vita di Firenze. Per vita intendo il livello di benessere raggiunto e che questa epidemia rischia di compromettere. È necessario secondo me richiamare una sorta di spirito costituente, ovvero mettere da parte le divisioni ed unirci per fare insieme qualcosa di concreto. Non parlo di politica ma mi riferisco a iniziative concrete. Le nostre attività commerciali ed imprenditoriali, che sono l’essenza stessa dello stato di benessere di cui parlavo sono seriamente minacciate e già da ora il pericolo si manifesta in chiusure e perdita di posti di lavoro. Nessuno, anche se non direttamente toccato nelle tasche da questa vicenda, può considerarsi estraneo al rischio dell’impoverimento generale che la nostra collettività corre. Bene, ecco una proposta: fatevi portavoce di una raccolta di fondi, sul modello delle raccolte che si fanno nei casi di calamità naturali, a sostegno delle attività che rischiano di chiudere, invitando ciascuno, secondo le proprie possibilità, a un contributo che però non sia soltanto simbolico. Sì, d’accordo, il governo e le istituzioni hanno il dovere di intervenire, ma facciamo in modo che vi sia una spinta anche dal basso. Siamo il Paese con il più alto risparmio privato, in questi giorni anche coloro che non hanno contribuito come dovevano al pagamento delle tasse, potrebbero usufruire del servizio sanitario nazionale. Non lamentiamoci sempre dei governi, facciamo anche qualcosa di concreto!