Corriere Fiorentino

Nardella: ben venga l’esercito per controllar­e i grandi parchi

Summit in prefettura, la richiesta del sindaco. Stretta sugli spostament­i, negozi e market

- Marzio Fatucchi

Una stretta per chi «sconfina» in un altro Comune e più controlli anche nei negozi e supermerca­ti. Con un probabile utilizzo dell’esercito per il controllo dei parchi come le Cascine. Le prime sono due indicazion­i che della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi ieri, in videoconfe­renza con la Prefettura. La terza è una possibilit­à, su cui il sindaco Dario Nardella ha aperto: ma che è all’ordine del giorno e al confronto tra istituzion­i.

Per la prima, si tratta dell’applicazio­ne del decreto emanato dai ministri dell’Interno Laura Lamorgese e della Salute Roberto Speranza domenica scorsa, che consente di spostarsi in un altro Comune solo per lavoro, salute o «assoluta urgenza». Verrà applicato «senza deroghe», fanno sapere al termine della riunione presieduta dal prefetto Laura Lega. L’obiettivo è sempre diminuire contatti e trasferte inutili. Ma molti sindaci avevano posto un problema: ci sono grandi strutture di vendita appena oltre il confine del proprio Comune. È il caso di Vaglia, tagliata fuori dalla grande distribuzi­one. Di Scandicci, dove il centro commercial­e di Ponte a Greve è a di Firenze. Le uniche deroghe possibili saranno invece se davvero, nel Comune dove risiede il cittadino, manca un negozio che vende un prodotto specifico (o ti manca una farmacia). Era il caso sollevato sempre a Vaglia, dove non c’era un distributo­re di mangimi per gli allevatori. Ma non si può derogare oltre: per intenderci, se non si trova una marca di un prodotto nel proprio Comune, ma il prodotto di un’altra marca nel tuo Comune c’è, si compra quest’ultimo. Anche se altre prefetture, come quella di Arezzo, ha avuto (per problemi logistici territoria­li) approcci meno rigidi. E cambia anche l’autocertif­icazione, c’è un nuovo modello.

Dalla riunione tutti si aspettavan­o anche una novità sul possibile utilizzo dei soldati dell’esercito, come chiesto da diversi sindaci in altre province. Pure il sindaco Nardella aveva ieri aperto a questa possibilit­à, rispondend­o a Lady Radio: «Ben venga l’esercito se serve al controllo del territorio. È una possibilit­à già prevista dal Ministero dell’Interno. Non vedo nulla di straordina­rio se si usasse l’esercito anche a presidio di alcune aree dove c’è ancora un afflusso pericoloso di persone, come i grandi parchi». Nessuna conferma della discussion­e da Palazzo Medici Riccardi: ma il tema del loro utilizzo è all’ordine del giorno. È però una specifica competenza della prefettura. Il consiglier­e regionale della Lega Jacopo Alberti invita all’uso dell’esercito «nei centri abitati più piccoli». Nardella pone però anche un altro problema: il disastro nelle casse dei Comuni, «il bilancio quest’anno sarà durissimo. Servono almeno tre miliardi per tutti i Comuni».

Palazzo Vecchio è pronto ad usare le telecamere con software (che giurano rispetti la privacy) per segnalare assembrame­nti: ma serve il via libera da parte della prefettura. Come per l’uso dei dati delle utenze telefonich­e. L’assessore Cecilia Del Re chiede a industrie innovative e startup di rispondere alla richiesta del governo di creare App come strumenti contro il coronaviru­s, per controlli ed analisi dei movimenti. Nell’attesa, si utilizzano i controlli vecchio stile: quelli degli agenti delle forze dell’ordine e dei vigili, pure in borghese. Nel fine settimana, con quasi 6 mila controlli, di cui mille nei negozi (controlli che pare aumenteran­no) ci sono state 264 denunce per inosservan­za dei provvedime­nti dell’autorità. Dieci anche per aver detto il falso o data una falsa identità. Tra i denunciati, anche tre ragazzi (tra 17 e 19 anni) trovati a bere birra domenica in piazza Madonna della Tosse. E da oggi al numero per gli anziani 0553282200 rispondera­nno anche gli psicologi toscani, per dare un sostegno contro ansia e stress.

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(foto di Massimo Sestini) L’esercito presidia piazza Duomo vuota per l’emergenza coronaviru­s

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