La chiamata alle armi di Rossi
Appello a medici e infermieri in pensione: «Pronti al peggio, c’è bisogno di voi»
È un appello accorato quello del governatore Rossi al personale sanitario in pensione: «C’è bisogno di voi, si può pensare al meglio, ma occorre prepararsi al peggio». L’appello arriva a pochi giorni dal previsto picco dei ricoveri con alcune le terapie intensive già sature. Ieri 21 decessi in Toscana e triplicati i tamponi.
È record di tamponi: ieri la Regione ha comunicato di aver sottoposto 1.850 persone in 24 ore al test virologico per rintracciare il coronavirus. Un boom che non è tanto significativo rispetto agli screening notificati lunedì (appena 587, ma in parte si riferivano alla giornata di domenica), quanto rispetto alla media che era stabile da diverse settimane fino a metà della scorsa, attorno agli 800 al giorno. La recente attivazione dei laboratori del Meyer e dell’Ispro, che si uniscono a quelli di Careggi, Scotte, Cisanello, Arezzo, Grosseto, Lucca, Livorno e di un privato convenzionato, consentono ora un livello di monitoraggio decisamente più alto, anche se l’asticella fissata dal governatore Enrico Rossi resta fissata ad almeno 3.500 al giorno.
Sul fronte dei test sierologici rapidi, quelli che ricercano gli anticorpi al coronavirus con l’esame del sangue, c’è invece un rinvio. I primi sarebbero dovuti partire già ieri tra i sanitari di Careggi, ma si dovrà aspettare l’ordinanza con cui Rossi, oggi, deciderà come andranno utilizzati. All’ospedale universitario fiorentino, gli esperti hanno avanzato qualche dubbio in merito al fatto che si tratterebbe di un test «non risolutivo». In realtà, precedenti sperimentazioni fatte a Napoli e a Genova hanno dato esiti confortanti, con un’affidabilità rispettivamente del 98 per cento e oltre il 95 per cento. Ma a
Careggi, gli immunologi avrebbero qualche dubbio in più. La possibile presenza di falsi positivi e di falsi negativi non spaventa però la Regione, anche perché lo stesso tampone non è affidabile al 100 per cento: l’idea è quella di usare i test col tampone per tutti i casi finora esaminati, le persone con sintomi che abbiano avuto contatti con positivi noti. Ma di ricorrere all’esame sierologico per campagne a tappeto, tanto più importanti quando l’epidemia sarà in calo e sarà fondamentale rintracciare i contagiati asintomatici.
A Careggi (dove sono stati consegnati 10 mila kit) e nelle altre aziende toscane (dove ne hanno distribuiti altri 15 mila), tuttavia, cominceranno già oggi a usare il nuovo screening: primo, sarà fatto a tutti quegli operatori sanitari che sono a casa per una quarantena precauzionale (e non possono lavorare), ma che non hanno potuto fare il test perché al momento non hanno sintomi; secondo, sarà utilizzato sui pazienti appena ricoverati, perché la rapidità del test (venti minuti di laboratorio contro quattro ore) consente di stabilire subito quale percorso, Covid o Non Covid, scegliere per il malato. Nell’Asl Sud Est, ieri, invece è partito l’esperimento toscano (importato dal Bolognese) del Drive-Thru: i soggetti sospettati di contagio vengono chiamati dalle Asl, arrivano in auto in postazioni sanitarie prestabilite, abbassano il finestrino e ricevono il tampone senza scendere dalla macchina. Ieri, tra Arezzo, Grosseto, Monterotondo Marittimo, Valtiberina, Orbetello e Chianciano ne sono stati fatti 264.
Nel giorno in cui l’aumento dei tamponi, richiesti a gran voce dagli operatori sanitari, comincia a farsi concreto, il governatore Enrico Rossi ha deciso di lanciare un appello proprio a loro: così, ha invitato medici, infermieri e oss in pensione a telefonare alle Aziende sanitarie in cui lavoravano per mettersi a disposizione e tornare in corsia. «La Toscana ha bisogno di tutta la vostra esperienza e capacità di lavoro. Si può sperare al meglio, ma occorre prepararsi al peggio», ha detto Rossi in relazione al possibile picco imminente. Per loro, per i pensionati, è previsto un contratto di sei mesi in regime libero professionale, eventualmente rinnovabile. I primi, specie tra i medici infettivologi, sono rientrati in servizio già da dieci giorni. Ma quella del governatore, lanciata con un video sui social, ha l’aria di una chiamata alle armi generale.
Linee aperte «Telefonateci subito, si può sperare al meglio, ma occorre prepararsi al peggio»