Spara alla moglie e poi si uccide «Seppelliteci vicini»
Una vicina di casa l’ha visto l’ultima volta lunedì mattina in giardino mentre curava le sue rose, come faceva sempre. I suoi passi, da anni, erano sempre gli stessi: la sveglia, la passeggiata quotidiana per comprare il giornale e il pane, poi lunghe ore accanto alla moglie anziana che non si muoveva più da casa. Qualche mese fa lo strappo di una perdita dolorosa: l’inseparabile compagno di tante battute di caccia, un setter irlandese, era morto e Silverio Chiarini, 87 anni, ex cuoco che lavorava alle mense, conosciuto da tutti con il nome di Urbano, si è sentito più solo. Così l’altra sera, nell’appartamento al piano terra di via Bronzino, ha preso uno dei suoi fucili e ha prima sparato alla moglie, Irma Bruschetini, 97 anni, poi si è ucciso. La coppia non aveva figli ma c’erano due lontani parenti che in questi giorni di emergenza andavano a fare la spesa per loro. Sono stati loro a dare l’allarme. Dopo aver telefonato lunedì sera, senza ricevere risposta, ieri all’ora di pranzo si sono presentati in casa dei due anziani. Quando hanno trovato la porta socchiusa hanno capito che c’era qualcosa che non andava e hanno immediatamente chiamato la polizia. All’arrivo gli investigatori della squadra mobile e del commissariato Oltrarno hanno trovato l’appartamento perfettamente in ordine. La donna era a letto, come se fosse appena andata a dormire, lui invece sul divano. Le sue ultime volontà Urbano Chiarini le ha affidate a un biglietto: «Seppelliteci vicini». L’inchiesta è coordinata dal pm Giacomo Pestelli ma non sembrano esserci dubbi sul fatto che si tratti di un omicidio-suicidio. Lunedì sera un vicino di casa che abita nell’appartamento sopra quello della coppia, ha confermato di aver sentito due colpi secchi a distanza di un minuto uno dall’altro ma di non aver dato troppo peso a quel rumore che poteva essere anche di una finestra sbattuta dal forte vento. «Sono stati uccisi dalla solitudine — dicono i vicini di casa sconvolti alla notizia di quanto accaduto — erano soli e in questa situazione di emergenza che stiamo vivendo e che costringe all’isolamento devono essersi sentiti ancora più fragili». «Era una bravissima persona, e soprattutto sembrava molto forte — dice un giovane vicino che lo conosceva da sempre — era lui che si occupava della moglie che da tempo non usciva di casa. Lui andava a fare la spesa, lui cucinava, lui faceva tutto. Chissà quale paura gli è passata nella testa, chissà quali pensieri ha avuto in questi giorni in cui non si parla d’altro che di coronavirus e di persone che muoiono sole». Il magistrato intanto ha disposto l’esame esterno sulle due salme.
La testimonianza Un vicino: lui andava a fare la spesa, cucinava, lui faceva tutto, chissà che paura ha avuto