Corriere Fiorentino

La spesa come l’esodo d’agosto Bottiglie d’acqua a chi sta in fila

Un’ora e mezzo per entrare, nei carrelli mascherine e uova di Pasqua (con foto per i pargoli)

- Antonella Mollica

Una giornata da bollino nero. Code infinite sotto il sole e la Protezione civile che distribuis­ce bottigliet­te d’acqua. No, non è la cronaca dell’esodo di Ferragosto. È la fotografia di una mattinata alla Coop di Ponte a Greve, Firenze, a due giorni dalla Pasqua, tra i forzati della spesa. È il Venerdì Santo e riempire i carrelli all’inverosimi­le rientra tra i «precetti» delle feste comandate già in tempi normali, figurarsi in tempo di coronaviru­s e di arresti domiciliar­i di massa. Vuoi non comprare dieci casse di acqua e qualche chilo di carne che poi il supermerca­to chiude per due giorni di seguito?

Arrivi all’esterno della Coop e ci sono gli addetti a indicarti la direzione. C’è gente ordinatame­nte in coda, tutti con mascherine d’ordinanza che però a metà percorso finiscono inevitabil­mente sotto il mento. «Fa troppo caldo, come si farà d’estate con queste museruole?» si lamenta una signora. «Da quella parte, prego». Provi ad allungare lo sguardo alla fine della coda ma è impossibil­e. Bisogna camminare un po’ prima di vedere il serpentone fino in fondo che si snoda lungo quindici corsie nel parcheggio. «Acqua, c’è qualcuno che vuole acqua?». Sono i volontari della Racchetta di Marciola che in tempi normali si occupano di incendi e in questi giorni sono impegnati a distribuir­e l’acqua alla gente in coda sotto il sole, con tanto di megafono per ricordare le distanze di sicurezza. «Ci vogliono anche due ore per entrare al supermerca­to» dicono i volontari. «Fino a ieri — racconta David Carlini, reun sponsabile della Racchetta di Scandicci — abbiamo imbustato e distribuit­o mascherine grazie alla concession­aria Brandini che ha messo a disposizio­ne due auto. Adesso siamo qui per l’emergenza spesa».

Alle 10,30 quello che era il parcheggio del supermerca­to è invaso dalla fila di persone che sembrano formiche incolonnat­e. Per passare il tempo c’è chi legge un libro, chi scatta un selfie, chi scambia due chiacchier­e con il vicino. «Devo prendere la ricotta per la pastiera». «Io compro l’uovo per mio nipote, glielo porto così lo saluto da lontano». «Si doveva essere tutti insieme al mare e invece siamo alla spiaggia della Coop» ironizza anziano. «Mio nipote in questi giorni ha scritto dei racconti bellissimi. È proprio bravo, ha tutti dieci. Non è mica giusto promuovere tutti».

Un’ora e mezza di coda e finalmente alle 12 si guadagna la casella più ambita, quella che ti fa saltare dentro. Tanti ne escono e tanti ne entrano. «Quella signora bionda è già venuta ieri — dice uno degli addetti al controllo a un collega — Pensa di vincere un premio se viene tutti i giorni?». Via libera per chi va all’ufficio postale o in farmacia. Arrivano anche due carabinier­i della stazione di Legnaia e qualcuno si avvicina. «Scusi si è scaricata la batteria dell’auto, posso andare dall’elettrauto?». «Per i vecchi non c’è una corsia privilegia­ta? Sa ho 80 anni...».

In una superficie di 4 mila metri quadrati possono stare in contempora­nea massimo 150 persone. «Se vedi il colore dei miei occhi sei troppo vicino» avvertono le pettorine gialle degli addetti Coop che girano tra le corsie. Gli alimenti presi d’assalto in questi giorni sono stati distribuit­i in scaffali lontani tra loro. Il lievito, più raro di un Gronchi rosa, a distanza da uova e farine. Le uova di Pasqua all’ingresso: qualcuno fa le foto da mandare a casa. «No amore, quello di Spiderman non lo trovo, va bene lo stesso questo?». Seguono bizze a distanza. Nei carrelli che traboccano di acqua, biscotti, farina, carne e surgelati, come se si dovesse sopravvive­re a una carestia, entrano anche le mascherine, da ieri in vendita alla Coop. Mascherine e colombe glassate. Guanti di lattice e uova di cioccolato. Che strana è la Pasqua al tempo del coronaviru­s.

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(foto Cambi/Sestini) Un volontario del servizio anticendio distribuis­ce bottigliet­te d’acqua a chi è in coda davanti alla Coop di Ponte a Greve
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La pettorina dei dipendenti Coop avvisa sulla giusta distanza da tenere nel supermerca­to. A sinistra, il parcheggio trasformat­o in teatro dell’interminab­ile fila
Distanze La pettorina dei dipendenti Coop avvisa sulla giusta distanza da tenere nel supermerca­to. A sinistra, il parcheggio trasformat­o in teatro dell’interminab­ile fila

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