La crisi economica ora spaventa i fiorentini anche più dei contagi
Al terzo sondaggio, la paura si ribalta. Finora più preoccupati dell’aspetto sanitario del coronavirus, i fiorentini consultati nel sondaggio sul web curato da Alex Buriani e Samuele Mori dell’Istituto di ricerca innovativa « Me We», invece cominciano a temere più l’impatto su salari, redditi e futuro dell’economia. I 3.222 che hanno risposto alle domande (rilevate dal 7 al 9 aprile) hanno per il 42,7% espresso più preoccupazione per gli aspetti economici che per quelli sanitari (40.9%). Forse l’effetto delle notizie dei primi cali di contagi. Diminuisce infatti anche la preoccupazione generale, di un punto rispetto allo scorso sette maggio, prima rilevazione di Me We. Anche se la maggioranza pensa che ancora il pezzo deve venire (41%). (M.F.) martedì prossimo si affronteranno i protocolli. Ma non sono i soli. Spiega Alessandro Bastagli, patron dell’azienda di moda Lineapiù: «Se non riparto entro il 25 maggio perdo tutti gli ordini dalla Germania, se ne andranno in Cina o in Turchia. Sono pronto a pagare i tamponi, a garantire tutti i protocolli, d’intesa con i sindacati. Perché la Ferrari può farlo e io no?». Il «modello Ferrari» in questi giorni ha fissato gli standard più alti di controllo e sicurezza in azienda. Il Nuovo Pignone punta in quella direzione. L’azienda fiorentina, ora sotto Baker Hughes, si occupa di oil&gas ed energia, ma anche la parte di produzione metalmeccanica — teoricamente non essenziale ma di fatto sì perché nella filiera — è andata avanti. Non fermandosi mai, adeguandosi subito dopo il decreto del 3 marzo che limitava l’attività delle aziende alle nuove esigenze. E, come ha previsto lo stesso decreto, il «comitato aziendale per la sicurezza»