IL FONDO DEL BARILE
Treni semideserti, autobus e tram con meno passeggeri di quanti ne potevano contenere, un afflusso nei luoghi di lavoro del 50 per cento rispetto alle previsioni, secondo la Regione: in Toscana è stata una mezza ripartenza. Firenze compresa. Aspettiamo di vedere che cosa succederà nei prossimi giorni. Il timore è che la giornata di ieri abbia fatto capire quanto sarà dura la risalita, anche della vita economica, come se il Paese fosse anchilosato dopo il lockdown. Sicuramente c’è anche un fattore «diffidenza» che pesa. E che ieri si è manifestato con un uso abbondante delle auto private, come era prevedibile, nonostante gli auspici di Palazzo Vecchio. Se il trend dovesse essere confermato il Comune dovrà prenderne atto e modulare diversamente la politica dei trasporti per i mesi prossimi, soprattutto in vista della riapertura delle scuole. A imporlo sarà lo stesso realismo al quale ieri il sindaco Dario Nardella ha richiamato il governo, «che — ha detto — si deve calare nel Paese reale». E ha chiesto la riapertura anticipata di bar e ristoranti che possono lavorare all’aperto, cioè con meno rischi di contagio. Una proposta che merita due riflessioni. La prima: sarebbe stato assai meglio se il sindaco si fosse mosso in questa direzione nei giorni scorsi e non durante una manifestazione di protesta dei commercianti. La seconda: data una mano ai ristoranti e ai bar con dehors, che si fa con tutti gli altri esercenti, anche di altre categorie merceologiche? Se i consumi non riprendono sarà un dramma per loro e per i loro dipendenti, ma anche per le industrie che li riforniscono.
Ieri Nardella ha parlato anche di un voucher comunale da aggiungere agli aiuti del governo al settore turistico. C’è un problema obiettivo: Palazzo Vecchio, che ha le casse al lumicino, conta evidentemente sui fondi del governo, ma Palazzo Chigi dove troverà le risorse per rispondere a tutte le richieste? Se l’unico progetto di ricostruzione del Paese è svuotare il barile, che faremo dopo aver raschiato il fondo? ?