Corriere Fiorentino

Lusso, ripartenza di corsa per non perdere le griffe

Guerrini (Almax): no stop anche ad agosto

- Silvia Ognibene

Intorno alla Almax, 270 dipendenti, 30 mila borse al mese per i grand brand del lusso, le strade sono completame­nte vuote. Per capire che nel distretto di Scandicci gli operai sono tornati al lavoro, bisogna varcare il cancello. Fuori c’è il vuoto, eppure secondo le stime di Confindust­ria Moda ieri il 90% degli insediamen­ti che producono per Gucci, Ferragamo, Balenciaga, Saint Laurent ha riaperto i battenti. All’ingresso un’impiegata chiede gentilment­e se può misurare la febbre, dentro la fabbrica si corre per fare «un mese di maggio col botto, recuperare il tempo perso in due mesi, convincere i brand che ce la possiamo fare e scongiurar­e il rischio di perdere quote di mercato in favore di altri Paesi: se salta un anello della filiera ci facciamo male tutti», dice il titolare della Almax e presidente di Mita, Massimilia­no Guerrini. Una corsa contro il tempo che non si fermerà nemmeno d’agosto. «A gennaio raccogliam­o gli ordini dalle griffe, a febbraio cominciamo a produrre le collezioni da consegnare a luglio — dice Guerrini — I due mesi di chiusura hanno pesato in un momento di grande intensità produttiva. Adesso dobbiamo recuperare, nella speranza che le chiusure dei negozi, il fermo degli aeroporti, il blocco del turismo cinese non comportino annullamen­ti di ordini. Dobbiamo chiedere ai brand se sono disponibil­i a far slittare le consegne a fine agosto». A preoccupar­e non è un eventuale calo degli ordini, ma la perdita di quote di mercato: «Per un anno possiamo anche comprimere i margini, l’importante è che regga la filiera, che noi riusciamo a dimostrare che siamo i più bravi e siamo capaci di reagire con grande rapidità: altrimenti si rischia che alcune griffe decidano di spostare parte della produzione in altri Paesi, come la Spagna». Ma correre con il freno a mano tirato non è facile: le regole per il mantenimen­to della sicurezza nei luoghi di lavoro costano e rallentano. «I nostri dipendenti sono rientrati praticamen­te tutti — dice Guerrini — e oggi lavorano su due turni invece che su uno: abbiamo scaglionat­o gli orari per evitare di farli stare in fila, misuriamo la febbre a tutti, distribuia­mo mascherine e guanti, ci sono distributo­ri di gel disinfetta­nte ovunque, la mensa è chiusa». Le pulizie, che prima venivano fatte tre volte alla settimana oggi si fanno due volte al giorno. Il gel adesso costa un euro a flacone, ma all’inizio di marzo Almax è arrivata a pagarlo 17,5 euro. Le mascherine (qui ne servono circa 6 mila al mese) oggi si trovano a 60 centesimi, mentre all’inizio dell’epidemia su Amazon si prendevano a 5. «Non so quanto mi è costato né quanto mi costerà — dice Guerrini — Ma è un investimen­to: restare chiusi per due mesi mi è costato sicurament­e di più».

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Due operai al controllo delle Vespa ieri nello stabilimen­to Piaggio di Pontedera
 ??  ?? La manodopera nello stabilimen­to della Almax di Scandicci ripartita ieri mattina a pieno regime
La manodopera nello stabilimen­to della Almax di Scandicci ripartita ieri mattina a pieno regime

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