Corriere Fiorentino

Ore 8,15, solo in 9 a bordo La conta dei controllor­i, poi il via libera all’autista

- Lorenzo Sarra JacopoStor­ni

Ore 8,15, in piazza San Marco arriva la linea 17, una delle più frequentat­e. L’autobus accosta alla fermata. Due addetti alla sicurezza Ataf salgono a bordo, contano le persone dentro il mezzo. Poi si rivolgono al conducente e dicono: «A bordo ci sono soltanto nove persone, puoi procedere, vai libero». La stessa scena si ripete quasi immutata in tutte le fermate solitament­e più gettonate, come la Stazione e piazza Indipenden­za. Sono i 50 controllor­i di Ataf che contano quanti utenti ci sono sul bus. Capienza massima diciotto persone, di cui 11 a sedere e 7 in piedi. È quanto prevede la fase 2 dell’emergenza coronaviru­s, iniziata ieri. Se c’è qualche utente di troppo viene fatto scendere chi è salito per ultimo, ma ieri non è mai successo. Segno che, nel primo giorno di fase 2, sono pochissime le persone che hanno viaggiato sui mezzi di trasporto pubblico. A bordo l’atmosfera non è tesa. Su molti seggiolini il cartello plastifica­to con su scritto, in italiano e in inglese, «Non utilizzare questo posto». E poi l’invito a rispettare le distanze di sicurezza. Con così pochi a bordo non è difficile mantenere il metro di distanza. L’abitacolo del conducente è protetto da una catena in plastica bianca e rossa. Non ci si può avvicinare, soltanto chiedere informazio­ni. Su ogni mezzo ci sono boccette di gel igienizzan­te. Tutti i passeggeri hanno mascherina, non tanti con i guanti. Per salire e scendere si usa soltanto la porta centrale. A bordo, ci sono soprattutt­o lavoratori. Molte donne, tante straniere. Poca gente anche alla gettonata fermata di piazza Puccini e alla stazione Leopolda. Alle 8,45 gli utenti in attesa di salire a bordo sono davvero pochi. «È da inizio marzo che non prendevo un bus — spiega una signora, che aspetta il 56 — Devo andare a ritirare la pensione».

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