Negozianti e balneari protestano «Regole certe, meno tasse, fondi»
Nardella: i proprietari abbassino gli affitti e il governo permetta di aprire prima a chi ha spazi all’esterno
I balneari hanno riaperto per un’ora i bagni, ristoratori e negozianti in tutte le città toscane hanno alzato le saracinesche di botteghe e bar, vuoti, o riconsegnato le chiavi delle proprie attività. Una giornata di proteste, quella dei commercianti che hanno aderito alla mobilitazione indetta da Confcommercio, per chiedere al governo di poter riaprire e di prevedere misure al sostegno del settore. E che vede la risposta del sindaco Dario Nardella, che invita (e convocherà) i grandi proprietari ad «abbassare gli affitti dei fondi commerciali». Secondo Confcommercio sono 128 mila in Toscana le loro imprese che hanno visto i ricavi azzerati o quasi: sono a rischio 8,3 miliardi di euro, 65 mila posti di lavoro e 25 mila imprese potrebbero non riaprire più. «Non c’è motivo — attacca il direttore di Confcommercio Franco Marinoni — di tenere altre due settimane ferme alcune attività, mentre altre già sono ripartite. Non vogliamo diventare un Paese che vive di Amazon e delivery». «Per i ristoranti — aggiunge Aldo Cursano, presidente Fipe — riaprire con gli stessi costi di prima sarebbe un bagno di sangue».
I commercianti chiedono spazi pubblici gratuiti per distanziare i tavolini e mantenere gli stessi coperti di prima, sgravi sulle locazioni, la deducibilità fiscale delle spese di ristorazione, la riduzione dell’Iva, la decontribuzione delle spese del personale, l’esonero da Cosap e Tari, liquidità a fondo perduto. Il sindaco Dario Nardella ieri li ha incontrati al Caffé Gilli: «Il vostro grido lo sento anche io, vorrei che lo sentissero tutti a partire da Roma». Il sindaco, oltre alle proposte già lanciate, propone di accelerare la cassa integrazione, di far usare voucher vacanze per tutta filiera del turismo e non solo: «Il governo individui una modalità per mettere d’accordo proprietà e inquilini: siamo disposti a diminuire l’Imu, se i proprietari abbassano gli affitti. Se non lo fanno, aumentiamo l’Imu e i soldi li usiamo per finanziare le imprese gravate dagli affitti». Il sindaco chiederà al ministro
dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli «di riaprire subito bar, ristoranti e alimentari negli spazi all’aperto». E pure, nei mercati, gli ambulanti non alimentari.
La protesta più eclatante a Livorno: centinaia di commercianti, negozianti, ristoratori, partite Iva, parrucchieri, baristi, estetiste hanno marciato fino al palazzo comunale per consegnare le chiavi delle loro attività al sindaco Luca Salvetti. In Versilia oltre 350 stabilimenti balneari — l’80% — per un’ora sono rimasti aperti in modo simbolico. «Manca ancora una data per la ripresa delle nostre attività — afferma Marco Daddio, presidente dell’associazione
balneari di Lido di Camaiore — e non ci sono i protocolli per garantirne la sicurezza. Il turismo ha bisogno di programmazione. Questa incertezza sta trasformando la pandemia sanitaria in una emergenza sociale ed economica». «Nell’oceano di incertezze — aggiunge la presidente regionale di Sib Confcommercio Stefania Frandi — l’unico faro è la nostra voglia di mettere in campo tutte le nostre competenze, perché la nostra costa venga riconosciuta come una destinazione sicura».