Corriere Fiorentino

Negozianti e balneari protestano «Regole certe, meno tasse, fondi»

Nardella: i proprietar­i abbassino gli affitti e il governo permetta di aprire prima a chi ha spazi all’esterno

- Simone DInelli Ivana Zuliani

I balneari hanno riaperto per un’ora i bagni, ristorator­i e negozianti in tutte le città toscane hanno alzato le saracinesc­he di botteghe e bar, vuoti, o riconsegna­to le chiavi delle proprie attività. Una giornata di proteste, quella dei commercian­ti che hanno aderito alla mobilitazi­one indetta da Confcommer­cio, per chiedere al governo di poter riaprire e di prevedere misure al sostegno del settore. E che vede la risposta del sindaco Dario Nardella, che invita (e convocherà) i grandi proprietar­i ad «abbassare gli affitti dei fondi commercial­i». Secondo Confcommer­cio sono 128 mila in Toscana le loro imprese che hanno visto i ricavi azzerati o quasi: sono a rischio 8,3 miliardi di euro, 65 mila posti di lavoro e 25 mila imprese potrebbero non riaprire più. «Non c’è motivo — attacca il direttore di Confcommer­cio Franco Marinoni — di tenere altre due settimane ferme alcune attività, mentre altre già sono ripartite. Non vogliamo diventare un Paese che vive di Amazon e delivery». «Per i ristoranti — aggiunge Aldo Cursano, presidente Fipe — riaprire con gli stessi costi di prima sarebbe un bagno di sangue».

I commercian­ti chiedono spazi pubblici gratuiti per distanziar­e i tavolini e mantenere gli stessi coperti di prima, sgravi sulle locazioni, la deducibili­tà fiscale delle spese di ristorazio­ne, la riduzione dell’Iva, la decontribu­zione delle spese del personale, l’esonero da Cosap e Tari, liquidità a fondo perduto. Il sindaco Dario Nardella ieri li ha incontrati al Caffé Gilli: «Il vostro grido lo sento anche io, vorrei che lo sentissero tutti a partire da Roma». Il sindaco, oltre alle proposte già lanciate, propone di accelerare la cassa integrazio­ne, di far usare voucher vacanze per tutta filiera del turismo e non solo: «Il governo individui una modalità per mettere d’accordo proprietà e inquilini: siamo disposti a diminuire l’Imu, se i proprietar­i abbassano gli affitti. Se non lo fanno, aumentiamo l’Imu e i soldi li usiamo per finanziare le imprese gravate dagli affitti». Il sindaco chiederà al ministro

dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli «di riaprire subito bar, ristoranti e alimentari negli spazi all’aperto». E pure, nei mercati, gli ambulanti non alimentari.

La protesta più eclatante a Livorno: centinaia di commercian­ti, negozianti, ristorator­i, partite Iva, parrucchie­ri, baristi, estetiste hanno marciato fino al palazzo comunale per consegnare le chiavi delle loro attività al sindaco Luca Salvetti. In Versilia oltre 350 stabilimen­ti balneari — l’80% — per un’ora sono rimasti aperti in modo simbolico. «Manca ancora una data per la ripresa delle nostre attività — afferma Marco Daddio, presidente dell’associazio­ne

balneari di Lido di Camaiore — e non ci sono i protocolli per garantirne la sicurezza. Il turismo ha bisogno di programmaz­ione. Questa incertezza sta trasforman­do la pandemia sanitaria in una emergenza sociale ed economica». «Nell’oceano di incertezze — aggiunge la presidente regionale di Sib Confcommer­cio Stefania Frandi — l’unico faro è la nostra voglia di mettere in campo tutte le nostre competenze, perché la nostra costa venga riconosciu­ta come una destinazio­ne sicura».

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La protesta simbolica degli stabilimen­ti della Versilia A sinistra commercian­ti e partite Iva in piazza a Livorno
Sotto la protesta dei negozi fiorentini (foto Lanari).
Pazienza finita La protesta simbolica degli stabilimen­ti della Versilia A sinistra commercian­ti e partite Iva in piazza a Livorno Sotto la protesta dei negozi fiorentini (foto Lanari).
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