Corriere Fiorentino

«Senza i tifosi il lavoro è poco, con tante spese»

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«Non credo che ci cambierà molto il nostro modo di lavorare rispetto ad ora». Alessandro Benvenuti, uno dei quattro soci del Bar Marisa, di fronte allo Stadio Franchi, sta aspettando indicazion­i sulle misure che i bar dovranno seguire quando potranno riaprire anche per le consumazio­ni, non solo per l’asporto: quante persone potrà fare entrare? Quando potranno sedersi nei tavolini esterni? Il locale è grande, ha tre porte, quindi ingressi e uscite sono già separati. «Abbiamo una clientela di passaggio, ora serviamo una persona alla volta e stiamo attenti che fuori non si formi una fila troppo lunga, sanifichia­mo, ci siamo dotati di gel per disinfetta­re le mani, chi entra deve indossare la mascherina». Il dehors esterno, può accogliere sette persone «ma non credo che in base ai metri quadri ce ne possano stare più di due alla volta. Se il Comune ci desse il permesso potremmo mettere altri tavoli, abbiamo un marciapied­e largo, molto spazio». Il lavoro si è ridotto drasticame­nte. Non ci sono più i tifosi viola che si ritrovano qui per commentare le partire della loro squadra del cuore. «Quest’anno poi mancavano ancora alcune partite di campionato, in estate erano in programma allo stadio alcuni concerti, e in primavera il grande mercato nelle strade intorno, tutti eventi che avrebbero attirato persone e creato lavoro, dato una boccata di ossigeno. Tutto fermo». Il problema sono le spese e le poche entrate non bastano a sostenerle. «Abbiamo chiesto un prestito in banca per pagare le bollette, ma da due mesi e mezzo ancora non abbiamo ricevuto risposta. Se il governo ci desse una mano azzerando i pagamenti e le tasse, per alcuni mesi, finché non si possa riprendere per bene l’attività sarebbe già tanto».

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