Scene da un matrimonio. Finito
Visti da vicino Elisabetta Nardinocchi racconta una piccola tavola di Filippino Lippi conservata al Museo Horne Vi è rappresentata Vasti, regina ribelle ripudiata dal suo sposo . In origine parte di una coppia di cassoni nuziali
In via dei Benci, a due passi da Santa Croce, c’è un piccolo museo gioiello che Elisabetta Nardinocchi dirige da anni e da cui in questi giorni si è tenuta lontana, salvo qualche incursione per verificare che la «sua» creatura, fragile e defilata, fosse in perfetto stato di conservazione. La lunga distanza dalle opere più belle, dunque, la esorcizza donandocene una, perché tutti, da remoto, possiamo apprezzarne grazia e storia.
Siamo al museo Horne, residenza e oggi istituzione vocata all’esposizione di tanti capolavori sconosciuti di Herbert Horne, collezionista inglese, studioso di Sandro Botticelli, anzi il primo che di Botticelli scoprì il pregio. «Ho scelto La regina Vasti lascia il regno di Susa, del 1475, di Filippino Lippi, un piccolo dipinto su tavola — ci dice — perché mi evoca le parole di Curzio Malaparte quando, in Maledetti toscani, parla di come nelle architetture e nei paesaggi dipinti dagli antichi fiorentini ‘‘ci si vive larghi’’», perché son fatte con una «così attenta e minuziosa cura, con un tal senso delle proporzioni, che anche i particolari minimi ti appaiono grandiosi, e la voltina più umile un arco di trionfo». Ci sono poi ragioni storiche che rimandano al pensiero di quanto Herbert Horne, che tanti anni aveva dedicato a studiare Sandro Botticelli, abbia amato questa tavoletta che rimanda allo stretto rapporto di Filippino con il maestro Sandro.
«Ma a questo punto andrà spiegata l’origine e il significato della tavoletta che per quanto si presenti come quadro isolato, era il pannello laterale di una coppia di cassoni nuziali dipinti sul fronte e sui lati con le Storie di Ester, un tema — aggiunge — confacente nel ricordare agli sposi, i corretti comportamenti tra moglie e marito. Tutti gli altri cinque pannelli esistono ancora, due in Canada alla National Gallery di Ottawa, gli altri conservati a Parigi al Musée du Louvre, e ancora in Francia al Musée Condé di Chantilly e infine a Roma, nella Collezione Pallavicini».
Horne lo aveva acquistato nel 1908 dalla famiglia Torrigiani che, dal 1855, possedeva tutte la tavole eccezion fatta per Il pianto di Mardocheo, cosa che aveva fatto pensare che i cassoni fossero stati realizzati per il matrimonio di un membro della famiglia Torrigiani, anche se poi la ricostruzione è stata smentita e a oggi la committenza è ignota. «Quasi certo — spiega la direttrice del museo — è il fatto che l’opera fosse stata affidata a Sandro Botticelli che, eseguiti i disegni preparatori, ne affidò l’esecuzione al giovane e dotato Filippino che lavorava
❞ Questo è un episodio chiave della vicenda dedicata alle «Storie di Ester» dipinte in pannelli ora sparsi nelle collezioni di più musei Spiega come orgoglio e disubbidienza possano essere ferocemente puniti
nella sua bottega, quando l’allievo aveva tra i 17 e i 18 anni». Ma eccola la storia di Ester, raccontata nei cassoni: «Siamo nel V secolo a Susa, capitale del regno persiano retto da re Assuero (Serse I): alla sua corte il malvagio principe Aman trama per sterminare gli ebrei, per vendicarsi di Mardocheo, un ebreo che non si era prostrato al suo passaggio. È da tener presente come questo Mardocheo abbia una nipote che ha cresciuto come figlia, Ester, eroina e protagonista della storia. Ester diverrà la sposa di Assuero dopo che questi avrà ripudiato Vasti perché, volendola presentare ai suoi ospiti durante un banchetto, questa, intenta a festeggiare altro nel proprio gineceo, si era rifiutata di presentarsi. «La regina Vasti che lascia il regno, uscendo di scena è appunto il pannello del Museo Horne» ci dice Elisabetta Nardinocchi che aggiunge: «È una episodio chiave della vicenda che spiega come orgoglio e disubbidienza possano essere ferocemente puniti». E in effetti il capo chino di Vasti, la sua figura dolente alle porte della città funge da ammonimento contro ogni forma di insubordinazione femminile nei confronti del proprio sposo ma non solo. Un altro pannello del ciclo, infatti, sarà dedicato all’umiliazione di Aman. Ma è tutta la narrazione a essere interessante aggiunge la nostra guida: «Il pannello centrale del primo cassone (Chantilly) mostra Assuero in trono mentre davanti a lui passano alcune fanciulle e con lo scettro, tocca Ester, scegliendola come sposa». L’episodio ha la premessa nelle scena del ripudio di Vasti ma anche un legame con le scene per i laterali dei cassoni. «A sinistra abbiamo Ester davanti alle porte di Susa (Ottawa) in attesa di entrare a corte, a destra La regina Vasti che lascia il regno, di cui si diceva». Nel secondo cassone, poi, ecco la celebrazione di Ester che intercederà presso il suo re e salverà gli ebrei. «Sul fronte del cassone (Parigi, Louvre) al centro Ester intercede presso il sovrano perché ritiri l’editto. Nelle scene laterali le premesse al fatto: da un lato Mardocheo informa Ester della terribile situazione, dall’altro Ester ricorda al re di come Mardocheo avesse sventato una congiura contro di lui ma non fosse stato ricompensato. Da qui il significato delle scene laterali del cassone: a sinistra Mardocheo piange e si straccia le vesti sapendo della sciagura che si abbatterà (Roma, Collezione Pallavicini), a destra (Ottawa) lo stesso attraversa le vie della città con abiti regali, sul cavallo del re preceduto da Aman pubblicamente umiliato». 9. Continua. La precedenti puntate 19-26 marzo, 2-9-1623, 30 aprile, 8 maggio 2020.