Corriere Fiorentino

Il caffè di Giuliano

Il calendario a tre tappe non convince i sindaci. Biffoni: difficile dire di no a chi vuole lavorare

- Giorgio Bernardini

Il presidente della Toscana Enrico Rossi non ha cambiato idea: la riapertura scaglionat­a delle attività — un calendario che nel giro di due settimane dia il via libera prima ai negozi di vicinato (domani), poi a parrucchie­ri ed estetisti (il 21) e infine ai ristoranti (il 25), per evitare il «bomba libera tutti» del 18 maggio — rimane per il governator­e la soluzione migliore per monitorare il contagio nella sua regione. Ma fra il suo intento e un’ordinanza che alzi l’asticella della cautela rispetto alla scelta del governo, ieri, si sono messi i sindaci. Contrari all’ipotesi di far slittare alcune riaperture si sono detti sia il sindaco di Firenze Dario Nardella che quello di Prato Matteo Biffoni, che è anche presidente regionale dell’Associazio­ne dei Comuni (Anci).

«Il livello di tensione sociale si sta alzando troppo, lo abbiamo visto dalle manifestaz­ioni di questi giorni», ha detto Nardella a Toscana Tv. Lanciando poi «un appello al governo nazionale e regionale perché chiunque abbia voglia e mezzi per aprire possa farlo al più presto». Alla domanda sull’eventualit­à di un calendario più cauto, Nardella chiarisce: «Non possiamo costringer­e a stare chiusi coloro che hanno disperatam­ente bisogno di aprire: il mio invito al governo è che emani le linee guida per la sicurezza il prima possibile, e che la Regione concordi con i sindaci toscani un’ordinanza che consenta un’apertura in sicurezza, ma che sia davvero apertura».

A proposito di quel «confronto con i sindaci» si era già speso Biffoni, che martedì — dalla mail della presidenza Anci — ha inviato a Rossi una richiesta urgente di incontro. «Lo abbiamo fatto perché sono decisioni che ci riguardano da vicino. Posso capire il ragionamen­to del presidente, ma dire no alla gente che vuol lavorare in sicurezza è molto difficile», spiega il sindaco di Prato. Anci Toscana sarebbe pronta a ragionare su un calendario alternativ­o a quello del governo, ma «che si esaurisca tutto nell’arco di pochissimi giorni, tre o quattro al massimo», aggiunge Biffoni.

Una mediazione tra le posizioni del governator­e e dei sindaci appare difficilme­nte praticabil­e. La riapertura sì a tappe ma in tre giorni vanificher­ebbe l’obiettivo di Rossi, quello di un monitoragg­io graduale degli effetti delle riaperture (che comunque sarebbe quantomeno incompleto anche con il calendario a cui si sta pensando in Regione). Il governator­e sostiene che con la popolazion­e regionale immune allo 0,5% — un dato frutto dei primi 150 mila test sierologic­i eseguiti — il rischio di un’ondata di ritorno del contagio con una riapertura totale sia molto elevato. E che sia irrealizza­bile, a quel punto, il protocollo di monitoragg­io dei nuovi focolai per il sistema sanitario.

Le carte sono in tavola: se il governator­e dovesse prendere la decisione di andare fino in fondo con il suo calendario differenzi­ato, dovrebbe mettere in conto numerosi contrasti. Sulla sua strada forse non troverebbe l’ostacolo del governo, data la consuetudi­ne dell’esecutivo a non intervenir­e su norme regionali più caute rispetto a quelle emanate a livello nazionale. Ma oltre alle categorie economiche e ai sindaci, Rossi dovrebbe vincere anche le perplessit­à di alcuni dei membri della sua giunta: alcuni assessori gli suggerisco­no di non forzare la mano in un momento così delicato, dunque di adeguarsi alle scelte annunciate dal governo.

L’attesa Il governator­e resta dell’idea di riaprire a scaglioni ma aspetta le decisioni di Roma

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 ??  ?? Il calendario di riaperture graduali della Regione sul Corriere Fiorentino di ieri. A destra, la protesta delle estetiste in piazza del Duomo a Firenze
Il calendario di riaperture graduali della Regione sul Corriere Fiorentino di ieri. A destra, la protesta delle estetiste in piazza del Duomo a Firenze

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