La difesa di Estar Caso ventilatori, la dirigente interrogata in Procura «Eravamo in emergenza»
Due ore davanti al pm, 150 ventilatori sono bloccati dalla fine di aprile alla Dogana di Bologna
Per due ore ha ricostruito in Procura ogni passaggio dell’acquisto in piena emergenza coronavirus dei 200 ventilatori polmonari pagati 7 milioni di euro, ma mai arrivati in Toscana. Monica Piovi, direttore generale dell’Estar si è presentata al procuratore aggiunto Luca Turco e al sostituto Angela Pietroiusti con una cartella ricca di mail, Dpcm e di norme dell’Unione Europea per ricostruire la sua verità e tutto l’iter che ha portato all’acquisto dei ventilatori. E così ha fatto anche Giovanni Mondelli, titolare della ditta fornitrice milanese Assoservizi, assistito dall’avvocato Federico Cecconi di Milano, mentre si è avvalsa della facoltà di non rispondere Marta Bravi, responsabile dell’area attrezzature informatiche e sanitarie di Estar, difesa da Lorenzo Zilletti.
I tre sono indagati, a vario titolo, per falso ideologico e inadempimento di pubbliche forniture. Piovi, secondo l’accusa, dopo un’indagine di mercato informale, avrebbe pagato integralmente e in anticipo quei 7 milioni, senza la delibera e senza alcun controllo sulla Assoservizi. La srl milanese, hanno accertato poi le Fiamme gialle, è dedita all’e-commerce di prodotti elettronici e ha un capitale sociale di 2.500 euro, ed è priva di organi di controllo. Il 23 marzo è partito il bonifico per i 200 ventilatori che sarebbero dovuti arrivare in Toscana il 27. Ma non sono mai arrivati.
Dalle indagini è emerso che 150 dei 200 ventilatori destinati al 118 di Pistoia sarebbero arrivati in Italia ma sono fermi alla Dogana di Bologna dalla fine di aprile. Ormai non c’è più bisogno di quegli apparecchi. E per questo Estar non li vuole più e ha chiesto il rimborso di quei 7 milioni. Nel periodo del picco dell’emergenza coronavirus la Regione ha rischiato di trovarsi sguarnita di dispositivi preziosi per contrastare la diffusione di quel virus invisibile, replicando gli scenari di tanti altri ospedali lombardi.
La Procura contesta anche che la delibera è stata adottata il 30 marzo, in altre parole dopo l’aggiudicazione e l’invio del bonifico. Estar nel frattempo aveva avviato anche una procedura negoziata:
L’avvocato della difesa «La delibera, come stabilisce la normativa durante il Covid, doveva solo registrare la procedura già avvenuta»
un’offerta era stata giudicata idonea, ma non fu accolta dalla Centrale acquisti della Regione perché la Protezione Civile aveva annunciato l’arrivo di dispositivi sufficienti a coprire il fabbisogno della Toscana. «I decreti e una comunicazione della commissione europea pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dello scorso 1 aprile prevede che per gli appalti pubblici legati all’emergenza sanitaria da Covid 19 c’è libertà di forme e di contrattazione — spiega l’avvocato Gaetano Viciconte difensore di Piovi — La delibera, come stabilisce la normativa, era una presa d’atto di ciò che era stato già siglato con l’Assoservizi e faceva riferimento alla documentazione e allo scambio di corrispondenza tra fornitore e direzione». In pratica la delibera deve registrare la procedura già avvenuta.