«Ragazzi fragili e isolati in cerca di sicurezza»
Macioti, esperta di sette: oggi le persone sono più incapaci di opporsi a certe fascinazioni
«Le sette, con i suoi riti, possono affascinare i giovani, spesso insicuri e alla ricerca di un ruolo nel mondo». Lo dice Immacolata Maria Macioti, sociologa esperta in sette.
«La novità dei riti, l’imprevisto, l’assunzione di un ruolo, l’amicizia con un guru fino all’assoggettamento totale: tutto può affascinare i giovani che decidono di aderire a una setta. È un richiamo potente soprattutto per gli adolescenti che, ancora insicuri, sono alla ricerca di un ruolo nel mondo».
Immacolata Maria Macioti, sociologa e un passato di docente all’Università romana la Sapienza, è esperta in religioni e sette. Non è stupita che uno studente sia ritenuto il capo di una setta per abusare sessualmente di ragazze e ragazzi. Quelle violenze in nome del diavolo, avvenivano nei parchi o al cinema, secondo gli inquirenti. E guai a ribellarsi, altrimenti ci sarebbero state conseguenze per i familiari delle vittime. «C’è sempre stata in Italia una tendenza a dedicarsi a pratiche esoteriche deviate —spiega la sociologa — In passato Torino, città del nord industrialmente sviluppata, era riconosciuta come centro di un triangolo magico. E anche la Toscana è stata scenario di riti magici. Vittima prevalente chi aveva scarse capacità di difesa intellettuale e viveva in contesti di povertà. E ora, quanto traspare da questa inchiesta, le violenze nel parco o in una sala cinematografica rappresentano per il capo della setta, la sfida sociale e rievocano le leggende di mago Merlino, che erano collocate in foreste inaccessibili».
A finire nelle rete del presunto guru, adolescenti, anche minorenni, secondo la procura, soggiogati e indotti a credere alla presenza di vampiri e lupi mannari. Sembra incredibile che studenti, con un facile approccio anche a internet possano credere a tutto ciò. «Oggi, le persone sono più isolate e più deboli, incapaci di opporsi— dice la sociologa — si tratta di adolescenti che hanno scarsi appoggi familiari, famiglie modeste con difficoltà economiche o più raramente ragazzi dalla vita agiata i cui genitori sono presi da altro o sono troppo esigenti con i figli tanto da gravarli da aspettative troppo forti. Più ipotesi, ma alla base c’è sempre la fragilità» Alla fine, è un fenomeno difficile da superare. «Sì. Si lega alla visione di un potere assoluto, da un lato, e alla propensione ad accettare ogni parola della persona fascinosa o amata». Anche in questo periodo di lockdown, è cresciuta tra i giovani la fragilità. «Stiamo uscendo dall’isolamento, ma vivendo tuttora un momento molto particolare. — aggiunge Macioti — Accanto alle incertezze di fondo, ansie e paure, una setta può essere vista come una via d’uscita importante e promettente. A rimanere intrappolate sono persone che non sono in grado di difendersi».
La ricerca del ruolo «Molti giovanissimi sono insicuri e hanno bisogno di trovare una spalla forte perché cercano se stessi La setta può dare questa sicurezza»