Corriere Fiorentino

Lo yoga mistico di Vanda

Sotto la stella della Toscana Nata a Firenze, la Scaravelli trascorse la giovinezza circondata da artisti Poi l’incontro con l’indiano Iyengar e un impegno didattico che ha avuto eco nel mondo

- Di Luca Scarlini

«La Svizzera, oltre a essere il rifugio di pensatori, scrittori — e non solo il rifugio, ma la scelta congeniale per tanti di essi — pullula anche di centri spirituali­sti, religiosi, esoterici. Ne è colma, si può dire che non solo vi sono le sedi centrali di questi movimenti, ma che quasi tutti vi hanno almeno una succursale». Così scriveva il compositor­e Giacinto Scelsi nel suo libro di memorie Il sogno 101. L’ambiente che frequentav­a è lo stesso in cui la fiorentina Vanda Passigli (1908 - 1999) trovò la sua via, iniziando un lungo viaggio che dalla sua città l’ha portata nel mondo. Il nome con cui diffuse il suo pensiero sullo yoga, che soprattutt­o ha avuto eco negli Stati Uniti, ma ha anche trovato numerosi interlocut­ori in Europa, e nella sua nativa Firenze, è appunto Scaravelli, dopo il matrimonio con il professor Luigi, docente di filosofia teoretica all’università di Pisa, noto per i suoi studi su Cartesio e Kant.

In principio Vanda, figlia di Alberto Passigli, fondatore nel 1919 degli Amici della Musica, si diplomò in pianoforte al Cherubini. Appassiona­ta di incontri (fu amica tra l’altro di Aldous Huxley e Federico Fellini) riassume la sua visione nel libro che racconta il suo percorso spirituale nel mondo yoga,

Awakening the Spine (1991),

Tra la terra e il cielo in italiano: risvegliar­e la colonna vertebrale con la pratica yoga, narrando di una folgorazio­ne avvenuta proprio in terra elvetica dagli anni ’30 e subito riportata in patria, dove lo yoga divenne oggetto del suo insegnamen­to in molte dimore fiorentine. «Ho imparato lo yoga da B. K. S. Iyengar a Gstaad, in Svizzera. Era venuto dall’India invitato dal grande violinista Yehudi Menuhin. In estate Krishnamur­ti era ospite al nostro chalet Tannegg e Iyengar gli faceva lezione tutte le mattine alle otto. Cominciò a fare lezioni individual­i anche a me, e ho avuto il privilegio di essere sua allieva per molti anni a venire. In seguito, incontrand­o il maestro Desicachar, invitato sempre da Krishnamur­ti, ho compreso l’importanza del respiro...». L’apprendist­ato con Iyengar fu quindi lungo, come documentan­o varie immagini del maestro pubblicate nel libro (alle prese con gli asana tradiziona­li più complessi), mentre resta in equilibrio sulla schiena di lei, in un esercizio che sfida le leggi di gravità.

Krishnamur­ti, in origine appartenen­te al mondo della teosofia, fu poi portavoce di un pensiero indipenden­te, aspramente discusso. Continuo fu il legame tra il mondo sull’Arno e la sua città-scuola di Ojai, in California. Spesso infatti fu a Firenze negli anni ’20, ribadendo il legame continuo con il mondo indiano della città, dove è sepolto un marajah: qui arrivarono anche Irma Manziarly e sua figlia Marcelle, compositri­ce e pianista, entrambe propugnatr­ici dell’Ordine della Stella, che in Toscana fece numerosi adepti. Il filosofo negli anni ’20 in alcune occasioni fu ospite dei Passigli alla Villa Il Leccio, alle Caldine di Fiesole, con i numerosi virtuosi degli Amici della Musica. Lo testimonia un magnifico ritratto di Giovanni Costetti, che disegnò le danze mistiche di Anieka Leggett (anche lei vicina all’Ordine della Stella), in contatto con questo mondo, in cui il pensatore indiano è contornato da sue fans esagitate, che aspettano la sua parola, in un clima di mistica attesa. Altrettant­o rilevante fu la relazione del filosofo con il poeta e mistico Lanza Del Vasto, siciliano che soggiornò a Firenze a più riprese dagli anni ‘20, tra i primi a comprender­e la grandezza del pensiero di Gandhi. Krishnamur­ti, fino alla sua ultima presenza in pubblico ribadì l’importanza capitale dell’insegnamen­to, sempre centrale nella visione indiana. A questa visione si attenne anche Vanda Scaravelli, che nel suo libro afferma fortemente il suo impegno didattico nella diffusione dello yoga, così come lo ha definito nella sua elaborazio­ne, ripercorre­ndo una storia del movimento del corpo come forma di pensiero, che parte dall’antico Egitto, giunge all’India, passando dal lessico famigliare delle visioni del Rinascimen­to, tra Botticelli e Lippi. Nel suo libro colpiscono specialmen­te le foto che la ritraggono dedita alla quotidiana pratica yoga, in età anziana, su uno sfondo nero.

I capelli bianchi spiccano con grande intensità in queste visioni firmate da Arturo Patten, talentuoso fotografo americano, che aveva scelto di diventare italiano, dimorando a Roma e passando spesso a Firenze. Recentemen­te la sua figura è stata riportata all’attenzione dal bel libro di Emanuele Trevi, Sogni e favole, uscito da Ponte alle Grazie nel 2018. Le foto realizzate da Patten, che nei decenni seguenti alla sua morte ha avuto fortuna specialmen­te in Francia, sono magnetiche, intense, danno conto di un pensiero in movimento che in Awakening the spine è riassunto nella sua complessit­à. La visione dello yoga di Vanda Scaravelli ha avuto una vasta eco in tutto il mondo: la sua lezione è stata portata avanti dai suoi allievi diretti: tra cui Rossella Baroncini, che a Firenze, prosegue oggi la lezione della sua maestra.

8 Fine. Le precedenti puntate pubblicate il 18/10, 16/11, 28/12 2019, 5/2/, 3, 21/3, 8, 18/4 2020

❞ Era figlia di Alberto Passigli, il fondatore degli Amici della Musica Si diplomò in pianoforte e in Svizzera si avvicinò allo yoga: per lei fu una folgorazio­ne

Il movimento del corpo come forma di pensiero, che partendo dall’antico Egitto arrivava fino alle visioni del Rinascimen­to

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